Francesca Di Ruberto, il mezzo Ama era fermo: ipotesi malore o distrazione. La 44enne lascia 3 figli

Francesca Di Ruberto

La sua vita è finita contro un camion dell’Ama fermo. L’autista, un 47enne, non ha fatto in tempo a manovrare il mezzo ed evitare quella Mini Cooper, guidata da Francesca Di Ruberto, che gli stava andando addosso. Sembra essere questa la ricostruzione dell’incidente che è costato la vita alla 44enne ex partecipante della trasmissione “Non è la Rai”. 

Nessun malfunzionamento sull’auto e mezzo Ama fermo

Sarà necessario aspettare l’esito delle perizie sui veicoli, entrambi sequestrati, per avere il quadro esatto della situazione e capire quale sia stata l’esatta dinamica del tragico incidente che è costato la vita a Francesca Di Ruberto.

Dai primi rilievi effettuati dagli agenti della polizia locale del XIV gruppo di Roma Capitale, comunque, sembrerebbe che l’auto guidata dalla 44enne non avesse alcun malfunzionamento. Potrebbe quindi essersi trattato di un colpo di sonno, vista l’ora, o di un malore. Oppure di una manovra errata, una distrazione. Ma questo potranno accertarlo solo l’esame autoptico sul corpo della donna e i rilievi dei caschi bianchi, insieme ai risultati delle perizie tecniche sui mezzi. Intanto il test effettuato sul conducente del mezzo Ama è risultato negativo sia per quanto riguarda l’assunzione di alcol che di droga.

L’incidente

La Mini Cooper guidata da Francesca Di Ruberto stava percorrendo via Trionfale, proveniente dal Grande Raccordo Anulare, in direzione centro. All’altezza dell’ospedale San Filippo Neri l’auto ha perso il controllo ed ha preso in pieno il mezzo Ama, che era appunto fermo. Ferito in modo grave il 43enne che si trovava accanto alla conducente della Mini, trasportato in codice rosso al policlinico Gemelli, dove è stato poi operato al torace.

Chi è Francesca Di Ruberto

Dopo la parentesi adolescenziale a “Non è la Rai”, Francesca aveva abbandonato i riflettori. Aveva rifiutato altre proposte che la volevano in tv e, una volta cresciuta, aveva superato diversi momenti difficili. Tre figli, di cui uno già maggiorenne, si era trasferita a Formentera, dove lavorava in un locale. Amava il mare, i colori e i braccialetti, da cui non si separava mai. In Spagna lì aveva trovato la sua dimensione: semplice e profonda come lei. Lontana dai pettegolezzi e dalle malvagità. 

Ma tornava spesso a Roma, la sua città che tanto amava e dove aveva amici e parenti.