L’antifascismo assassino’ i fratelli Mattei. Bruciati vivi

Fratelli Mattei

50 anni dall’ eccidio di Primavalle, dal rogo in cui furono assassinati bruciati vivi i fratelli Mattei, Stefano e Virgilio, era ieri come allora e come domani. La memoria che non si cancella e che ogni giorno vive in ciascuno di noi.

Ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: “Pacifichiamo ma non dimentichiamo”. Nel suo delicatissimo ruolo è una frase che gli fa onore. Al potere non si perde nel vuoto il sacrificio di parte di noi, hanno ricordato quanti ieri erano in quel quartiere a partire dal governatore Francesco Rocca (vedi foto).

L’onore che si deve al sacrificio dei fratelli Mattei

Allo stesso modo si comprende anche quel che con enorme dignità ha pronunciato Antonella Mattei, sorella dei martiri di Primavalle, riferita agli assassini: “Non mi posso pacificare con persone che non hanno chiesto mai scusa. A nove anni mi hanno distrutto la vita, come si fa a dimenticare?”.

Bruciati vivi dall’antifascismo militante

E ancora: “La giustizia italiana è stata quella che è stata. Li hanno tutelati. Li hanno aiutati. Li hanno mantenuti. Franca Rame col suo ‘soccorso rosso’, Dario Fo, Moravia ha brindato nella casa al mare. Secondo voi io come mi devo sentire? Volete sapere la verità? Non mi posso pacificare con chi non ha mai chiesto scusa. Perché io devo essere in primis quella che va a chiedere una pacificazione? Assolutamente no. Parlo a nome personale. Avevo nove anni, ma perché mi hanno dovuto massacrare così? Abbiamo vissuto malissimo”.

Poi magari ci urlano contro il 25 di aprile, ci esortano a dichiararci militanti di un antifascismo impossibile. Tradiremmo i fratelli Mattei, figli del segretario della sezione missina di Primavalle. No, nessuno ha il diritto di chiedercelo, ma si deve rispettare – anche 50 anni dopo – il nostro dolore, proprio perché “non dimentichiamo”. La pacificazione nella società va perseguita, ma gli assassini di quei ragazzi – uno era un bambinetto di 8 anni – non hanno pagato il loro debito con la giustizia.

Uccidere un fascista non è reato”: questo gridavano gli antifascisti militanti. Lo urlano ancora oggi. È ora che la smettano.