Furto da film in gioielleria: sul sito dei carabinieri la refurtiva per trovare i proprietari
Nell’ambito delle indagini per il furto da film alla gioielleria di via Bocca di Leone a Roma, che il 23 marzo scorso ha portato alla notifica di un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 8 persone, i carabinieri della stazione di Roma San Lorenzo in Lucina, diretti dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno rinvenuto e sequestrato diversi gioielli e preziosi per i cui non è stato ancora possibile rintracciare i proprietari.
Lista e foto sul sito
Per questo, dietro autorizzazione della Procura della Repubblica di Roma, i gioielli sono stati fotografati e catalogati nella pagina “oggetti rinvenuti”, sul sito internet dei carabinieri alla voce “oggetti rinvenuti”. Chi li dovesse riconoscere come propri potrà contattare i carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina per dimostrare la titolarità e tornarne in possesso.
Le indagini
L’indagine dei Carabinieri, durata circa 3 mesi, è partita dopo il furto “da film” commesso mediante un buco aperto nel muro, attiguo al citato negozio, con conseguente effrazione della cassaforte che vi era dentro, contenente gioielli per un valore complessivo di circa 800.000 euro, mediante servizi dinamici e attività tecniche di geolocalizzazione e intercettazione telefonica, ha consentito di: raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine alle responsabilità di tre uomini in merito al furto, in concorso, nella gioielleria, due, finiti in carcere, autori materiali praticando un buco nella parete confinante, aprendo la cassaforte con la fiamma ossidrica e uno, finito ai domiciliari, con mansioni da palo, ricostruendo minuziosamente non solo il percorso di avvicinamento fatto dagli stessi il giorno del furto attraverso l’analisi integrata di ogni telecamera utile presente nell’area ma anche i sopralluoghi eseguiti nei giorni precedenti
Gli indagati
Si tratta di un 65enne romano, già coinvolto in indagini per furti in appartamenti e gioiellerie portati a termine con la “tecnica del buco” e con l’utilizzo di fiamma ossidrica nel 2004 in una villa a Porto Cervo, nel 2006 in una gioielleria di Terni, nel 2016 e 2020 in appartamenti a Roma; due fratelli romani, di 57 e 55 anni, il primo esperto nel settore delle serrature e già noto perché coinvolto in analoghe indagini e il secondo incensurato, insospettabile.