Genazzano, il sindaco vieta il corteo per i martiri della Resistenza ma permette gli altri eventi: “Sfileremo lo stesso”

Corteo antifascista

A Genazzano, durante i 5 giorni di lutto per la morte di Papa Francesco, tutto è permesso, tranne la commemorazione dei genazzanesi trucidati. Per la prima volta dopo ottant’anni, il corteo del 25 aprile infatti non sfilerà per le vie del paese. La decisione, presa dal sindaco Alessandro Cefaro, ha scatenato un’ondata di polemiche e indignazione: a essere cancellata non è solo una celebrazione, ma un pezzo vivo della memoria collettiva.

Il motivo ufficiale della cancellazione sono proprio i cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, proclamati dal Governo. Ma mentre mercatini ed eventi già programmati restano in calendario, la commemorazione dei martiri antifascisti viene ridotta a una cerimonia simbolica in Piazza Matteotti, con una corona di fiori e un discorso istituzionale. Niente banda, niente strade percorse, niente lapidi onorate.

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Il Comitato Antifascista: “Noi sfileremo lo stesso”

Il Comitato 25 Aprile Genazzano Antifascista non ci sta. In una dichiarazione pubblica ha annunciato che il corteo si terrà comunque, in segno di disobbedienza civile. Il percorso sarà lo stesso di sempre: un cammino tra le vie che portano il nome di Giuseppe Emilio D’Amico, ucciso alle Fosse ArdeatineAntonio GionneAntonio Andreani e le tante altre vittime del nazifascismo che hanno pagato con la vita la libertà dell’Italia.

“Marceremo per rispetto, nonostante il divieto”, scrive il Comitato, pronto a difendere una tradizione che dura da generazioni.

Valeriani: “Decisione incomprensibile”

Anche a livello politico, la mossa del sindaco non è passata inosservata. Massimiliano Valeriani, consigliere regionale del PD, ha definito l’ordinanza un atto grave e senza precedenti, accusando l’amministrazione di usare il lutto papale come pretesto per silenziare la memoria democratica del paese. “Non si può impedire a una comunità di ricordare chi ha dato la vita contro la dittatura”, ha tuonato Valeriani, chiedendo l’intervento del prefetto.

La contraddizione è sotto gli occhi di tutti: mentre gli eventi commerciali come la Fiera del 25 aprile restano autorizzati, la marcia per la Resistenza viene stoppata in nome della sobrietà. Una sobrietà selettiva, che secondo molti odora di censura storica.

Tra fiori, memoria e Gaza: il programma alternativo

Il Comitato, però, non si ferma. Il 26 aprile torna in piazza con la Marcia Libertaria “Facciamo Pace”, dedicata a tutte le guerre che ancora oggi insanguinano il mondo. La sera, in Piazza San Giovanni, spazio alla mostra “Parlami di Gaza”, un viaggio tra fotografiemusica e letture che raccontano la vita sotto assedio del popolo palestinese.

Il 27 aprile, chiusura con un incontro sulla memoria storica al Castello Colonna, tra ricerche d’archivio, foto della Resistenza italiana e la proiezione del cortometraggio “All Eyes on the Show”.

A Genazzano, insomma, c’è chi non si arrende. E mentre le istituzioni accorciano la memoria, c’è chi la porta avanti a testa alta, a costo di marciare fuori dal corteo, ma dentro la storia.