Giandavide De Pau va a Processo, rinviato a giudizio il serial killer delle prostitute

Giandavide De Pau è processabile e deve rispondere dell’omicidio di tre donne con le aggravanti della premeditazione, della recidiva, dei futili motivi. Lo ha stabilito oggi il Gup del tribunale di Roma che ha rinviato a giudizio l’uomo accusato di aver ucciso le cinesi Li Yanrong, di 55 anni, Yang Yun Xiu, di 45 anni, e la cittadina colombiana Marta Castano Torres di 65 anni. De Pau è detenuto nel carcere di Rebibbia e non ha partecipato all’udienza di oggi durante la quale il giudice ha accolto anche le richieste di costituzione di parte civile dei cinque figli della donna domenicana, dei due figli di una delle due donne cinesi e del fratello dell’altra donna asiatica. Ha rigettato la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione “italiana vittime vulnerabili”, ma ha anche rigettato la richiesta avanzata dalla difesa dell’imputato per il rito abbreviato.

Corte d’Assise

Il processo davanti alla terza sezione di Corte d’assise di Roma comincerà il 22 febbraio prossimo nell’aula bunker di Rebibbia. De Pau, la mattina del 17 novembre, poco dopo le 10, è entrato nell’appartamento di via Riboty dove si prostituivano le due donne asiatiche. Dopo averle uccise a coltellate entrambe, si è allontanato per recarsi nell’appartamento, a circa 800 metri in via Durazzo, dove si prostituiva Marta Castano Torres, la domenicana che ha subito la stessa sorte delle altre due donne. Alcuni giorni dopo l’uomo è stato arrestato dalla squadra mobile. Nell’ordinanza della Gip si sottolinea che De Pau sarebbe stato pienamente consapevole degli atti commessi e ha definito la sua “una personalità violenta e priva di freni inibitori”. Del resto anche una perizia della procura lo ha ritenuto capace di intendere e di volere.

La difesa dell’imputato

Difesa dell’imputato e legali delle parti civili, concordano nel ritenere che il quadro psicologico dell’imputato sarà al centro nel dibattimento del processo che si incardinerà il 22 febbraio nell’aula bunker di Rebibbia. “Il processo deve ancora iniziare – ha spiegato Alessandro De Federicis, difensore di De Pau – e quando inizierà si faranno valutazioni. Certamente uno degli aspetti principali sarà la compatibilità psichiatrica dell’imputato con quanto è successo”.

I legali delle vittime

Il castello accusatorio, infatti, si basa su elementi “poco contestabili: tracce biologiche precise dell’imputato e delle vittime, le immagini delle telecamere di entrata e uscita dagli appartamenti, il lavoro peritale sul suo telefono lasciano pochi margini alla difesa – ha detto l’avvocato Emilio Malaspina, legale, per conto dello studio legale specializzato Tutela donne’ di tre dei 5 figli di Marta Castano Torres -. In dibattimento avrà il suo peso la questione di natura clinica-psichiatrica dell’imputato, ma noi siamo pronti con un nostro perito anche su questo aspetto”. Anche l’avvocato Angela Speranza Russo legale degli altri due figli della vittima colombiana ha sottolineato come il rinvio a giudizio sia “un atto scontato” sostenendo anche che ritiene opportuno “che la perizia psichiatrica venga fatta in fase dibattimentale ed esaminata in sede di contradditorio”