Gigi De Palo, le Famiglie non sono numeri. E Conte ci ha abbandonato (video)

Gigi De Palo crede fortemente nei valori cattolici. Non lo grida ai quattro venti. ma tutta la sua vita ne è un esempio. Con la sua splendida famiglia e i suoi cinque figli. La sua voglia di non mollare mai, anche quando i modelli sociali sembrano scegliere stereotipi diversi. Che considerano le famiglie tradizionali quasi come un retaggio del passato. Una colpa dalla quale affrancarsi. Proponendo altri schemi di convivenza, che però famiglia non sono. Matrimoni e adozioni gay. I figli intesi come un diritto e non come una scelta consapevole d’amore e di sacrificio. Insomma, modelli diversi da quel nucleo fondante della nostra società rappresentato dal diritto naturale. Dall’unione libera di un uomo e di una donna in matrimonio e dalla loro prole. Non a caso De Palo è presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, e proprio due giorni fa in streaming ha voluto dire la sua su quanto sta facendo il governo Conte su questo versante. In occasione della Giornata internazionale della Famiglia che si celebra il 15 maggio. Abbiamo fatto sentire la nostra voce, ha detto De Palo rivolto ai suoi associati. Ma purtroppo il Consiglio dei Ministri ha ritenuto di non prendere in considerazione nessuna nostra indicazione.

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De Palo, le Famiglie sono un soggetto sociale non un luogo dove piazzare i vaucher. Anche Comune e Regione potrebbero fare di più 

Non mi piace fare polemica urlata, ci dichiara il presidente del Forum delle Famiglie Gigi De Palo. Ma purtroppo il governo Conte non ha ascoltato nessuna delle nostre proposte in difesa delle famiglie italiane. A cominciare da tutta la politica contenuta nei decreti liquidità e anche nell’ultimo Rilancia Italia. Il bonus previsto per contribuire a pagarsi la babysitter non è assolutamente sufficiente, e comunque il concetto è sbagliato. Perchè ancora una volta la famiglia viene considerata come un peso e non come una grande opportunità. Sulla cifra di oltre 50 miliardi stanziata da Conte e dal suo esecutivo per i nuclei familiari è previsto poco o nulla. Il coefficiente ISEE dovrebbe essere regolato sulla consistenza dei singoli nuclei, perché una famiglia di due persone con 40 mila euro sta benissimo. Ma se si hanno tre o più figli, si rischia di precipitare nella povertà. Ecco, voglio dire con chiarezza che i nuovi poveri in Italia sono proprio queste persone. Il popolo delle partite IVA con famiglie numerose. Ma per loro non ci sono aiuti, tranne i 600 euro che arrivano in ritardo e che sono un una tantum. Buoni spesa e reddito di cittadinanza vanno verso altre categorie sociali. E le famiglie italiane vengono abbandonate. In questo senso anche il comune di Roma e la Regione Lazio hanno le loro responsabilità.

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Il governo per ora non ci ha ascoltato, ma la partita non è finita. Il presidente del Forum delle Associazioni delle Famiglie Gigi De Palo rilancia la sua sfida, in attesa che i provvedimenti dell’esecutivo passino in Parlamento. Per vedere gli emendamenti che verranno presentati. E come voteranno davvero le diverse forze politiche. Ma anche comune di Roma e Regione Lazio potevano fare di più, rilancia De Palo. La Regione ha messo le risorse sul sostegno all’impresa, e va anche bene. Ma ha abbandonato del tutto le famiglie. Il Campidoglio invece ha puntato sui buoni spesa e i pacchi alimentari per i più poveri. Aiuti che spesso vanno a finire a soggetti che con i nuclei familiari in difficoltà c’entrano poco o nulla. E talvolta i bonus sono preda di gente senza scrupoli e della criminalità organizzata. Mentre il vero rilancio dell’Italia passa da un aiuto urgente e concreto al vecchio ceto medio ridotto in povertà. Bisogna costruire una società veramente a misura di famiglia, conclude De Palo. Altrimenti il nostro modello sociale è condannato, e il nostro sistema di welfare andrà incontro ad una bruciante sconfitta.