Giorgia Meloni dall’Etiopia rilancia il “Piano-Mattei”: maggiore cooperazione con l’Africa

Il “Piano Mattei” per l’Africa, l’ambizioso progetto con cui il governo punta a trasformare l’Italia in una piattaforma energetice e a rilanciare la cooperazione tra il Belpaese e il continente africano, ha una scadenza tassativa. Sarà il summit intergovernativo Italia-Africa in programma a ottobre “l’occasione giusta per presentare definitivamente il nostro Piano Mattei, sul quale stiamo collaborando con i Paesi africani”. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad Addis Abeba, a margine della sua missione istituzionale in Etiopia. Nella città dove sorge il Monumento al Meyazia 27 che celebra la liberazione dell’Etiopia dall’occupazione italiana, il premier arriva con l’obiettivo di rinsaldare le relazioni con un Paese che l’Italia ritiene “cruciale” per la stabilità dell’intera regione del Corno d’Africa.
L’Etiopia crocevia di flussi di clandestini
Anche e soprattutto per quanto riguarda la gestione del fenomeno migratorio e il contrasto al traffico di esseri umani. L’Etiopia, dove attualmente si contano 823 mila rifugiati e 4,2 milioni di sfollati, è infatti tra i Paesi che hanno beneficiato del decreto flussi 2022 e rappresenta un crocevia per i flussi che attraversano le frontiere orientali dell’Africa verso il Sudan fino alla Libia. Meloni – primo capo di un governo occidentale a fare tappa in Etiopia da quando sono cessate le ostilità in Tigrè – viene accolta in aeroporto dal primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali. E’ la terza volta che i due leader si vedono, da quando Meloni è approdata a Palazzo Chigi. Nelle dichiarazioni alla stampa il premier ha ricordato “l’ottima amicizia” con il premier d’Etiopia e ha rilanciato le ambizioni italiane nel continente.

Meloni: rafforzeremo le relazioni storiche
“C’è un protagonismo italiano in Africa, complessivamente, e nel Corno d’Africa, che per noi è cruciale e sensibile per diverse materie”, ha scandito la leader di Fdi. Ricordando che “l’Etiopia è uno snodo di molte cose. E’ un Paese la cui stabilità per la regione del Corno d’Africa è fondamentale. E’ un Paese con il quale l’Italia vanta storiche relazioni importanti, che io intendo rafforzare”. Il supporto italiano all’Etiopia, ha assicurato la premier, si farà sentire con investimenti in vari settori a partire dalle infrastrutture. Ma anche con un sostegno di tipo finanziario. “Ce ne stiamo occupando, come stiamo facendo, in una situazione molto diversa, con la Tunisia”, ha inoltre sottolineato. Meloni ribadisce poi l’impegno italiano per lo “sblocco dei finanziamenti” destinati al Paese nordafricano.
Il tema degli immigrati resta centrale per il nostro governo
Nell’agenda di oggi anche un faccia a faccia con il presidente dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat e l’incontro con il presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamud. Domani per Meloni è in programma un trilaterale con primo ministro etiope e presidente somalo e una visita all’Istituto italiano di cultura Galileo Galilei, la più grande scuola italiana all’estero con circa 900 iscritti. E il tema degli immigrati resta centrale sia sul piano interno che sullo scenario internazionale. Al Senato, in Commissione Affari Costituzionali, la maggioranza ha presentato un subemendamento al decreto Cutro per cancellare la protezione speciale, venendo così incontro alle richieste della Lega. “La maggioranza di centrodestra è coesa nel raggiungere l’obiettivo di cancellare la cosiddetta protezione speciale, uniformando la disciplina al resto d’Europa”.
Stringere le maglie del permesso temporaneo agli immigrati
“Scopo dell’emendamento depositato al dl Cutro – spiegano le stesse fonti di Fdi – è infatti quello di restringere le maglie del permesso temporaneo il cui utilizzo per varie ragioni si è allargato a dismisura, creando una salvaguardia indiscriminata degli irregolari”. E mentre a L’Aquila il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi concorda con la Cei affermando che “non esiste un allarme” immigrati irregolari e che lo stato di emergenza dichiarato dal governo è solo uno strumento tecnico, dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani Volker Turk arriva un appello all’Italia affinché abbandoni le misure che limitano i salvataggi in mare.
(dall’inviato Adnkronos Antonio Atte)