Giornalista sospesa per le critiche a Saviano. La versione del Corriere: “Non ha chiesto il permesso di esprimere la sua opinione”
In una nota, Stampa romana interviene sul caso clamoroso accaduto al Corriere della Sera: «In un articolo di Roberto Saviano per Sette – supplemento del Corriere della Sera – in cui si chiedeva il riconoscimento del “sex work” come lavoro, si sta traducendo in una lesione della professionalità e dello stipendio di una collega del Corriere, Monica Ricci Sargentini».
«La collega – prosegue la nota – da tempo impegnata nella difesa dei diritti delle donne, femminista contraria a ogni forma di sfruttamento e mercificazione del corpo femminile, è stata punita con una sospensione dal lavoro perché ha dato notizia e ha sostenuto -senza peraltro parteciparvi direttamente, in quanto giornalista della testata- l’iniziativa di alcune associazioni femministe che hanno dato vita a un’email bombing indirizzato alla direzione del Corriere. Le posizioni della collega sono note e del tutto legittime in un contesto democratico di libero pensiero e di libera informazione».
«Riteniamo grave – attacca Stampa romana – che il Corriere scambi la protesta di centinaia di suoi lettrici e lettori per lesione dell’immagine della testata, attribuendone la responsabilità alla collega, e quindi definisca i limiti di una nuova censura. Stampa Romana – conclude la nota – esprime solidarietà a Ricci Sargentini e si sta attivando per la revoca del procedimento disciplinare».
Sulla questione è intervenuto ieri sera anche Matteo Salvini con un commento su Twitter, condividendo il nostro articolo: «La libertà di opinione va difesa, sempre e comunque. Perfino se critica Roberto Saviano. Solidarietà alla giornalista, libera e coraggiosa».
La risposta del direttore del Corriere della Sera
In queste ore il direttore del Corriere della Sera ha replicato al Cdr che contestava il provvedimento disciplinare. Ecco il testo della risposta.
«Cari colleghi, credo sia doveroso che l’organismo sindacale chieda prima all’azienda di conoscere esattamente i termini della questione che sono profondamente diversi da ciò che, come scrivete, <è diventato di dominio pubblico>. Si tratta infatti della contestazione di un mail-bombing contro il giornale a cui la collega ha partecipato dando istruzioni sulla sua realizzazione. La collega Monica Ricci Sargentini non ha mai chiesto alla direzione di poter esprimere la sua opinione o di promuovere un confronto sull’articolo che si riteneva di contrastare». Firmato: Luciano Fontana
Insomma, per esprimere una propria opinione un giornalista del “Corriere della Sera” deve chiedere il permesso a Fontana. Quando la toppa è peggiore del buco.