Giovani talenti e start up insieme nel convegno alla Camera

Si è svolto ieri alla Camera il convegno ‘Talenti, Innovazione, Investimenti – L’economia della innovazione ed il ruolo dello Stato nella crescita delle nuove imprese del Made in Italy’ su iniziativa del deputato di Fratelli d’Italia e segretario della VIII Commissione Ambiente, Massimo Milani. Un tavolo di confronto, suddiviso in tre panel, a cui hanno preso parte parlamentari ed imprenditori ed investitori nelle nuove tecnologie. A moderare il convegno Gianmarco Carnovale, presidente dell’Associazione Imprenditori e fondatori tecnologici italiani (AIFTI). Presente in platea anche l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Ad aprire i lavori un videomessaggio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha rimarcato come nel nuovo scenario globale lo Stato torna ad essere parte attiva nella strategia industriale dell’Italia, con l’obiettivo tra gli altri di trattenere i nostri nuovi imprenditori del settore e di attrarre le società tech ad investire nel Paese.

L’ideatore Massimo Milani

Massimo Milani (Fd’I)

“La generazione di startup tecnologiche nel paese è una competizione strategica in cui l’Italia deve migliorarsi, ovvero deve diventare una strategia industriale”, ha affermato il deputato Massimo Milani. “Le nazioni più mature nella applicazione di questa strategia, hanno ormai condiviso una chiara tassonomia di settore che, attraverso il concetto di “ecosistema”, definisce una filiera che potremmo vedere come una Industria dell’Innovazione, composta da centri di ricerca, incubatori, acceleratori, business angel, fondi di venture capital, grandi aziende che attuano politiche di open innovation”, ha aggiunto Milani secondo il quale “la perimetrazione di questa Industria, in Italia, con l’allineamento delle sue dinamiche di funzionamento a quella delle migliori pratiche internazionali è migliorabile. Le startup non sono future PMI ma tentativi di realizzare future grandissime aziende globali. Bisogna ragionare di un diverso approccio rischi/benefici, negli investimenti e nel supporto dello Stato, perché puntare solo su ciò che appare prudente e ragionevole significa far scappare all’estero i nostri imprenditori più ambiziosi e visionari. Tutto ciò non va visto come sostitutivo del tradizionale modello italiano fondato sulla Piccola e Media Impresa, quanto aggiuntivo e, in ultima istanza, anche a loro vantaggio come indotto”.

Percorso da migliorare

“Sul quadro legislativo”, ha osservato Milani, “sicuramente c’è molto da migliorare ma è un processo continuo. Va anche osservato che non abbiamo un quadro di regole particolarmente peggiore di Germania o Spagna, per cui non può essere questo il motivo per cui siamo così indietro ai nostri vicini più prossimi”. “Sono molto contento della giornata odierna che penso possa aver contribuito a rappresentare in modo chiaro le peculiarità del mondo startup, che si fonda su logiche e schemi ancora “nuovi” in Italia ma che altrove godono già di decenni di maturità e consolidamento”, ha dichiarato il presidente di AIFTI, Gianmarco Carnovale che ha chiarito alcuni aspetti centrali. “La comprensione di insieme dell’ecosistema – ha spiegato – è fondamentale per superare idee sbagliate, che talvolta fanno breccia in chi non ha mai visto la fotografia d’insieme, come l’idea che le startup siano imprese che perdono ed investirci sia inutile. Dobbiamo recuperare lo svantaggio nella corsa contro altre Nazioni, la pausa che stanno vivendo altri sistemi più avanzati a causa della contingenza storica è una opportunità unica per l’Italia per riprenderli, ma dobbiamo essere tutti convinti che chi non gareggia ha la sola certezza di aver perso in partenza”.

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