Giubileo, buoni pasto da spendere al ristorante per i pellegrini: scetticismo sui social
Confcommercio Roma ha recentemente annunciato l’introduzione di un sistema di buoni pasto destinato ai pellegrini che arriveranno in città per il Giubileo. L’iniziativa, presentata dal presidente Pier Andrea Chevallard durante l’evento per gli 80 anni dell’associazione, prevede l’utilizzo dei buoni in numerosi ristoranti e bar convenzionati a prezzi definiti “particolarmente vantaggiosi”.
Oltre ai buoni, Confcommercio ha anche svelato un nuovo “Protocollo Giubileo” pensato per migliorare le condizioni lavorative in vista dell’evento, intervenendo sugli istituti legislativi e contrattuali.
Chevallard ha sottolineato che il completamento nei tempi delle opere legate al Giubileo sarà essenziale per rafforzare fiducia e ottimismo nella capitale, mostrando una Roma “bella e internazionale”, capace di garantire affidabilità e rispetto delle scadenze per investimenti pubblici e privati. Tuttavia, l’annuncio ha scatenato una pioggia di commenti ironici e critiche sui social.
Tra ironia e scetticismo: i commenti social sui buoni pasto del Giubileo
L’iniziativa dei buoni pasto e il Protocollo Giubileo rientrano in una strategia più ampia per migliorare l’offerta turistica e commerciale della capitale, ma la risposta pubblica mette in luce il diffuso scetticismo e il malcontento dei cittadini.
Molti utenti hanno commentato con sarcasmo l’iniziativa dei buoni pasto, esprimendo dubbi e perplessità sui reali vantaggi per i cittadini romani e i pellegrini. Alcuni messaggi suggeriscono che i pellegrini dovrebbero “fare penitenza” e pagarsi il caffè a tre euro, mentre altri sottolineano: “Io risiedo a Roma Sud, quando vado a Roma Nord divento un pellegrino”, evidenziando con umorismo le distanze all’interno della stessa città.
Molte critiche sono arrivate dai romani che si sentono esclusi dai benefici dell’iniziativa. Qualcuno ha scritto: “E per i romani niente”, o ha chiesto sarcasticamente: “Ah! Non è il Vaticano a donare i buoni pasto? Già, dimenticavo, è troppo povero…”. Un’altra utente ha lamentato che, quando i romani si recano in altre città, “pagano perfino l’aria che respirano”. Infine, c’è chi si domanda chi si occuperà effettivamente dei costi dei buoni, con commenti del tipo: “Ma chi paga?”.
Alcuni commenti suggeriscono preoccupazioni più pratiche riguardo all’efficacia dei buoni pasto per gli esercenti: “Sarebbe conveniente anche per gli esercenti se fossero esenti da IVA e tasse! Altrimenti in tasca rimane sempre una miseria!”, evidenziando come l’impatto economico dell’iniziativa non sia del tutto chiaro.
Confcommercio dovrà dimostrare che queste misure non solo beneficeranno i pellegrini, ma anche i commercianti e i residenti di Roma. Per ora, il dibattito sui social mostra una Capitale divisa tra l’attesa di un grande evento e il timore che i vantaggi siano riservati a pochi.