Gli “Hikikomori” arrivano anche in Italia: chi sono questi adolescenti auto-isolati
Approvata oggi alla Camera la mozione che riconosce la piaga, soprattutto giovanile, dell’isolamento sociale volontario di adolescenti, età clou è 13 anni, che per mesi spariscono risucchiati dalle pareti delle loro camerette e non escono più di casa, non parlano con nessuno. Sono i baby-Hikikomori italiani. “L’approvazione della mia mozione, che riconosce la piaga dell’isolamento sociale volontario, denominato Hikikomori, e individua la necessità di intervenire per dare risposte da parte delle istituzioni, rappresenta un primo passo davvero importante per più ragioni”, afferma Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia e prima firmataria della prima mozione depositata alla Camera sull’Hikikomori, discussa e approvata oggi dall’Aula.
Montaruli (FdI): un disagio diffuso
“Non solo l’Hikikomori, che in Italia colpisce decine di migliaia di giovani, approda per la prima volta in Parlamento e viene finalmente riconosciuto, diventando oggetto di confronto e approfondimento. Oggi poniamo anche le basi – sottolinea – per agire e contrastare questo disagio diffuso nelle nostre società, molto preoccupante in ragione del fatto che riguarda principalmente una fascia di popolazione già potenzialmente debole, coinvolgendo famiglie e affetti in una spirale difficile e dolorosa”. Dopo “questa giornata – prosegue Montaruli – il passo successivo da compiere diventa la mappatura precisa e reale dei soggetti che ne sono colpiti dal momento che, ad oggi, rispetto al fenomeno, abbiamo soltanto delle stime.
Gli “Hikikomori” rifiutano tutta la società
Contestualmente vi è la necessità di definire un protocollo che individui con chiarezza le caratteristiche del fenomeno, da cui poi possano discendere le linee di intervento”. Il ritiro dalla società “di tipo volontario costituisce un rifiuto della società stessa, concepita come inadeguata rispetto alla propria esistenza”. Si tratta dunque di “una spirale estremamente scivolosa da curare con attenzione – avverte la parlamentare – rafforzando anche il rapporto con i genitori dei ragazzi coinvolti.
Accendere i riflettori su questa piaga
Loro, infatti, sono state le prime sentinelle dell’Hikikomori e con loro ci dobbiamo interfacciare, perché hanno sofferto e spesso sono poi riusciti a far uscire i loro figli dal disagio. Contestualmente, anche il contrasto della dispersione scolastica rappresenta un elemento fondamentale per circoscrivere lo spazio nel quale si può manifestare questo fenomeno”, conclude la vicecapogruppo di Fdi, ringraziando “tutta l’Aula per l’attenzione dedicata oggi all’Hikikomori, nell’auspicio che d’ora in avanti i riflettori che si accenderanno saranno sempre di più”.