Gli imperatori romani rivivono nel Museo Ninfeo sotto piazza Vittorio a Roma

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“Il risultato di un ottimo esempio di archeologia preventiva, che coniuga l’esigenza di realizzare opere, infrastrutture e sviluppo urbano con quella di tutelare e preservare il patrimonio archeologico”. E’ quanto dichiara il ministro della Cultura Dario Franceschini commentando l’apertura del Museo Ninfeo, presso la sede dell’Enpam all’Esquilino, nel quale rivivranno gli Horti Lamiani, la villa degli imperatori. “Questo nuovo luogo di bellezza – aggiunge – onora simbolicamente tutti i medici della pandemia. Va a loro il nostro pensiero in questa giornata inaugurale”. “Si torna alla normalità con la riapertura dei luoghi della cultura”, dice all’Adnkronos la soprintendente speciale di Roma Daniela Porro, sottolineando che “qui si apre un museo nuovo, frutto del lavoro di 15 anni, sotto il palazzo dell’Enpam”

Il Museo ci svela un luogo mitico e testimone

“Lavoro che ha impegnato molti studiosi e ha portato alla luce i resti degli Horti Lamiani. Aprire un museo nel posto stesso dove stati ritrovati i reperti è un avvenimento unico. E allo stesso tempo questo luogo rappresenta il simbolo di una rinascita nel momento storico della rinascita dopo la pandemia”. La residenza privata degli imperatori rivive dunque nel Museo Ninfeo di piazza Vittorio, all’interno del palazzo dell’Enpam, ed è venuto alla luce proprio durante i lavori per la costruzione della sede dell’Ente. Un luogo mitico, testimonianza della vita dei principi di Roma, con i suoi animali, piante, gli usi e i costumi dell’antica capitale, che sarà inaugurato durante gli open day del 30 e 31 ottobre e che aprirà al pubblico il 6 novembre.

Il Museo dedicato ai medici caduti nella pandemia

Uno spazio che Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam, ha dichiarato di aver voluto “dedicare ai medici caduti durante la pandemia nell’esercizio della loro professione. Un museo straordinario che è un tributo alla memoria, alla conoscenza e alla bellezza”. “Gli Horti Lamiani erano una delle residenze giardino più amate dagli imperatori – racconta la Porro – e all’inizio dell’età imperiale l’Esquilino era la sede suburbana di lussuose ville aristocratiche, i cui spazi all’aperto erano arricchiti da animali, piante e marmi provenienti da ogni parte dell’Impero. Numerosi erano anche i mosaici che abbellivano la villa, simbolo dello sfarzo di quell’età. Il fatto di rendere nuovamente fruibile questo luogo è il valore aggiunto che oggi diamo a un posto unico e che genera senso civico e benessere”.

I resti della struttura individuati già da Rodolfo Lanciani a fine ‘800

Il museo presenta testimonianze e reperti fin dal periodo giulio-claudio, quando gli Horti Lamiani entrarono a far parte del demanio imperiale sotto Tiberio. Poi da Caligola trasformati in una sontuosa residenza privata e uso dell’imperatore. Una Domus Aura ante litteram, amata anche dai successivi imperatori flavi, antonini, fino ai severi cui si debbono le ultime trasformazioni dei lussuosissimi ambienti. “I resti erano già stati individuati da Rodolfo Lanciani alla fine dell’’800 – spiega Mirella Serlorenzi, direttore scientifico Scavo e Ricerca e archeologa della Soprintendenza -.

Trovati resti di leoni e orsi che giravano per i giardini

Abbiamo studiato i dettagli per un decennio per ricostruire uno spaccato di storia romana. Abbiamo rinvenuto perfino le ossa di alcuni animali, che erano liberi in questi giardini. E anche i resti di una zampa di leone e un dente di orso, animali delle cui esibizioni l’imperatore si serviva per il proprio godimento. Tutti esempi degli elementi fondanti della città, come il foro e i giochi, che qui avevano luogo come al Colosseo. Restituire oggi al pubblico ciò che abbiamo ritrovato – conclude – rendendolo fruibile attraverso un museo, è un atto che va oltre la storia”.