Green pass, vicini al lavoro ma separati a mensa. Ed e’ polemica

Esplode la polemica su una delle conseguenze più fastidiose legate alle nuove disposizioni sul Green pass. Quelle per intenderci in vigore dallo scorso 14 agosto. Ad accendere la miccia è l’obbligo di avere il ‘bollino verde’ anche per mangiare alle mense aziendali. Proprio come avviene se si va al ristorante, a abbiamo prenotato un tavolo al chiuso. Solo che nel caso dei servizi di ristorazione aziendali, la realtà rimonto diversa. Intanto perché chi pensa al catering, o alla gestione dei pasti lo fa per conto terzi. E in teoria non ha obblighi di controllo. E poi perché succede che lavoratori che stanno spalla a spalla per ore, poi vengano separati a momento di consumare il pasto. Con qualcuno che è costretto a farlo in piedi, magari all’esterno e con temperature oltre i 40 gradi. Così i sindacati sono scesi sul sentiero di guerra.

Chi controlla il Green Pass in mensa?

Il provvedimento ha ricevuto forti critiche dai sindacati. Una scelta, secondo qualcuno, ritenuta punitiva nei confronti dei lavoratori che non ne sono in possesso. Dopo l’entrata in vigore del Dl sul Green Pass obbligatorio nei ristoranti al chiuso, il Governo ha spiegato che “per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde. A tal fine, i gestori sono tenuti a verificare le certificazioni con le modalità indicate”, ma secondo le associazioni di categoria quest’obbligo non può spettare ai gestori delle mense, che a differenza dei ristoranti svolgono un lavoro per conto terzi.

E proprio su questo punto si è fatta sentire nei giorni scorsi Anir Confindustria: “Il controllo sul possesso del green pass verso i fruitori della mensa non spetterà alle imprese eroganti il servizio. Le società della ristorazione collettiva non sono proprietarie dei luoghi e controllare l’utenza non rientra nelle loro competenze perché svolgono un servizio per conto terzi”, ha detto il presidente Massimiliano Fabbro all’AdnKronos. E allora, chi controlla?

Lavorare insieme, mangiare separati

Il problema dell’obbligo del Green Pass nelle mense, però, alza un altro paradosso. Secondo diversi sindacalisti, infatti, il nodo sta nel fatto che persone vaccinate e non vaccinate potrebbero lavorare assieme negli stessi spazi e poi doversi dividere al momento della pausa per andare in mensa.

Ad affermarlo, tra gli altri, è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria: “La decisione del Governo di consentire l’accesso alle mense solamente al personale in possesso di Green Pass è irragionevole, tenuto conto che gli agenti vaccinati e non, comunque, lavorano in carcere a stretto gomito tra loro. Piuttosto riteniamo che sia sensato pensare ad un provvedimento che, come accade per il personale sanitario, renda obbligatoria la vaccinazione per il personale penitenziario per l’importante servizio svolto”.

“Nella Regione Lazio nei 14 istituti penitenziari dove al personale di Polizia Penitenziaria, che non possiede la certificazione mediante Gren Pass, viene assegnato un pasto take away, senza però prevedere un luogo idoneo dove tale personale può permettersi la consumazione del pasto”, ha sottoilneato il segretario generale CISL FNS Lazio Massimo Costantino.

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