Gualtieri chiude il campo rom di Castel Romano: i romani pagano casa agli ‘sfrattati’ per 2 anni (salvo proroghe)
Il Comune di Roma ha avviato un bando che prevede la chiusura del campo rom di Castel Romano entro i primi mesi del 2025. Parliamo di uno dei principali insediamenti abitativi della zona sud di Roma destinati esclusivamente alla popolazione dell’est Europa, dentro cui vivono persone di etnia Rom, Sinti e Caminanti. Si tratta del Piano di “Realizzazione – così si legge tra le carte a nostra disposizione – delle azioni di Accompagnamento e Inclusione per il Superamento del Villaggio attrezzato di Castel Romano, suddivisa in 4 lotti”. Il bando, lanciato evidentemente con il via libera del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e della sua assessora Barbara Funari, rientra in una strategia più ampia per il superamento del cosiddetto “Sistema campi”.
Gualtieri e Sabelli chiudono il campo rom di Castel Romano
Un Piano che, certo, solleva grossi interrogativi sul ruolo dei cittadini nel finanziare questa transizione. Il progetto, difatti, ha una durata preventivata che va dal “1 marzo 2025 – così riportano sempre le carte che abbiamo consultato – al 31 ottobre 2026. O comunque 22 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto“. Le spese stimate per sostenere l’intera operazione di chiusura, solo per questo breve periodo di tempo, sono pari a 2 milioni e 400mila euro di soldi pubblici.
Pagano sempre i romani, la chiusura del campo e i nuovi 100 parchi per Roma
Soldi pubblici che arriveranno dai “PON Metro 2014/2020“. Vale a dire dai fondi europei (istituiti con le tasse pagate dai cittadini UE, inclusi quindi quelli italiani-romani) destinati a progetti per la ‘Coesione Territoriale‘. Il Campidoglio ha deciso, evidentemente, di investire le risorse disponibili in questo progetto, anziché in altre utilità dirette ai romani. Non è un mistero, ad esempio, che per pagare almeno parte dei ‘100 Nuovi Parchi per Roma’ la Giunta Gualtieri abbia deciso di avvalersi della formula del mutuo bancario dal valore di 24 di milioni di euro, da restituire (a spese dei romani) per il trentennio a venire, anziché utilizzare altre tipologie di fondi pubblici.
Gualtieri e Alfonsi puntano sull’ennesimo progetto ‘provvisorio’
Questo Piano di chiusura del campo di Castel Romano, tra l’altro, rischia di costituire l’ennesimo progetto provvisorio che riguarda il mondo della cosiddetta ‘fragilità‘. In soli 22 mesi, difatti, Gualtieri e Funari avranno l’onore di riuscire a ‘convertire’ i residenti del campo verso una vita improntata sul lavoro, lo studio e la legalità. Nel caso in cui non vi riescano, chi e come pagherà la proroga del progetto stesso? Oppure, in tal caso, Castel Romano verrebbe riaperto a fine 2026? In ogni caso, si tratta di un progetto non molto diverso dai tanti altri progetti a sostegno dei senzatetto che abitano al centro di Roma, sempre rigorosamente provvisori, sempre molto costosi, di cui ci siamo occupati nel recente passato. In ultimo, questo Piano di chiusura di Castel Romano avrà luogo proprio mentre il Giubileo 2025 è in pieno corso di svolgimento, con gli occhi del mondo puntati sulla Capitale.
Un Piano diviso in 4: ma funzionerà?
Il Piano operativo di chiusura di Castel Romano si articola in quattro sotto-lotti, ciascuno dedicato a specifici aspetti dell’inclusione sociale:
- Antiziganismo (pregiudizi nei confronti dei Rom), Inclusione Sociale e promozione della Salute.
- Regolarizzazione documentale. Supporto per ottenere documenti personali e amministrativi.
- Istruzione e lavoro. Percorsi di accesso all’istruzione, alla formazione professionale e ingresso al mercato del lavoro.
- Housing Sociale. Soluzioni abitative temporanee per garantire un’uscita graduale dai campi attrezzati.
Società intermediarie, per loro la ‘mission è davvero impossible’
Il Piano prevede quindi l’entrata in scena di varie società private intermediarie. Società che avranno lo scopo di sostenere i residenti del campo di Castel Romano nel loro percorso di inclusione-regolarizzazione. Il Piano prevede, in parole povere, che queste persone ottengano un regolare documento e che, dopo un percorso di studio, trovino lavoro.
Nel frattempo, con l’ausilio dei fondi pubblici, a queste persone verrà pagato anche un alloggio, per liberare sin da subito il campo di Castel Romano, con una spesa stimata – solo per l’alloggio – di circa 730mila euro per 22 mesi, salvo proroghe del Piano. Proprio così, sempre salvo proroghe. Perché nel caso in cui anche uno solo di questi buoni propositi non si realizzi, non resterebbe da far altro che prorogare il progetto stesso, con la classica formula all’italiana delle ‘proroghe perenni‘. Nella speranza, in caso di proroga, che i fondi europei non siano finiti, perché in tal caso… chi pagherebbe tutte le spese?