Gualtieri e Rocca stanno distruggendo lo sport a Roma

Degrado stadio Flaminio a Roma
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Lo sport a Roma è ormai un miraggio, così come le strutture sportive che per anni le amministrazioni comunali di centrosinistra hanno promesso di riqualificare, riaprire o inaugurare. Una situazione disastrosa, di cui pagano pegno i cittadini, che si fa ogni giorno più disastrosa anche e soprattutto a causa dell’inerzia della Regione Lazio del governatore Francesco Rocca, rimasta inerme a guardare. 

15 impianti sportivi comunali nel “limbo”

Ben 15 impianti sportivi comunali, infatti, sono rimasti intrappolati nel limbo del «vorrei ma non posso», tra abusi edilizi, occupazioni senza titolo e mancanza di fondi per la riqualificazione. Alcune strutture sono ferme addirittura da decenni. È il caso, per esempio, di Campo Testaccio, inattivo dal 2010, o della struttura di via Elio Chianesi, chiusa dal 2015. Quest’ultima è occupata abusivamente e in attesa di sgombero.

Assegnazioni difficili

Ma non è tutto. Come spiegato anche dal Dipartimento Sport di Roma Capitale, c’è «difficoltà ai fini dell’iter di assegnazione». L’area del “Walter Cervini”, tra Alessandrino e Quarticciolo, è sotto sequestro per abusi edilizi realizzati dall’ex concessionario. Tra l’indifferenza della regione guidata dal centrodestra e le difficoltà di Roma Capitale, anche l’impianto di via Grotta di Gregna è sigillato, e qui ci sarebbe una proposta da parte di un privato. Non è chiaro nemmeno il destino dell’impianto di via Pontina, l’Anzio Mancini. Liberato dall’occupante abusivo, «presentava diverse problematiche per le quali si sta conducendo l’istruttoria. Finché non saranno risolte, permarrà una difficoltà oggettiva anche per l’iter di assegnazione».

Che fine farà il Flaminio?

Per quanto riguarda il glorioso Stadio Flaminio, chiuso dal 2014, l’iter sembra avviato con la conferenza dei servizi, che sta riesaminando la proposta della Roma Nuoto, ma c’è anche l’interesse della Lazio. Gli impianti “Valentina Caruso” sono chiusi dal 2018, ma dovrebbero riaprire grazie ai fondi del PNRR; lo stesso vale per l’«Azzurra 8» in via Maduria e per quello di via Casal Bianco, per cui si spera di partecipare al bando Sport e Periferie del Governo. Anche il «Vigne Nuove» e il «Mostacciano» sono chiusi dal 2019, e nel 2020 si sono chiusi i cancelli di via Sannio. Fondi governativi saranno necessari anche per le «Piscine di Torre Spaccata», chiuse nel 2017. 

Gli altri impianti

Regione Lazio e Comune di Roma restano con le mani in mano anche sui due impianti nel parco di Fonte Laurentina, dove ci sono progetti in corso che sono stati bocciati dalla Sovrintendenza Capitolina. Per Campo Testaccio, potrebbe esserci una svolta: il Municipio I ha pubblicato la notifica di abbattimento dell’ex falegnameria abusiva e, fra 60 giorni, il Comune potrà acquisirla.

Cosa fanno Regione e Comune?

Sia la Regione Lazio che il Comune di Roma hanno quindi delle responsabilità e, allo stesso tempo, delle possibilità per intervenire nella gestione e nello sviluppo degli impianti sportivi della Capitale. 

Uno degli strumenti principali attraverso i quali la Regione Lazio potrebbe sostenere lo sport a Roma è tramite l’erogazione di finanziamenti mirati. La Regione ha la possibilità di:

– Stanziare fondi specifici per la ristrutturazione e la manutenzione degli impianti sportivi esistenti, molti dei quali versano in condizioni di degrado o abbandono.

– Supportare la costruzione di nuovi impianti, soprattutto nelle periferie, dove spesso vi è una carenza di strutture adeguate.

– Favorire l’accesso ai fondi europei per lo sport e lo sviluppo infrastrutturale, fornendo un supporto tecnico ai comuni per presentare progetti solidi e competitivi.

Cosa si potrebbe fare

La Regione potrebbe anche prevedere bandi pubblici specifici per incentivare le amministrazioni locali e le associazioni sportive a richiedere fondi per interventi straordinari di miglioramento.

Un altro aspetto cruciale è il coordinamento tra la Regione Lazio e il Comune di Roma. Sebbene il Comune abbia la gestione diretta di molti impianti sportivi, la Regione può agire come partner strategico. Questo si potrebbe concretizzare in diversi modi:

– Promozione di tavoli tecnici tra Comune e Regione per identificare le priorità negli interventi infrastrutturali sportivi, evitando duplicazioni di sforzi o sprechi di risorse.

– Pianificazione congiunta di eventi sportivi di rilevanza regionale, che possano dare un impulso alla riqualificazione di determinate aree urbane attraverso investimenti infrastrutturali.

– Collaborazione nella gestione delle concessioni degli impianti sportivi, spesso affidate a società o associazioni private, garantendo trasparenza e criteri di efficienza nella gestione.

Iniziative strategiche

La Regione Lazio, sotto la guida di Rocca, potrebbe anche giocare un ruolo chiave nel coinvolgimento del settore privato. Attraverso l’introduzione di agevolazioni fiscali o incentivi economici, potrebbe favorire:

– Partnership pubblico-private per la gestione degli impianti sportivi, favorendo investimenti da parte di aziende e soggetti privati nella ristrutturazione e gestione delle strutture.

– Creazione di sinergie con aziende che promuovono il benessere e lo sport, attraverso programmi di sponsorizzazione o interventi diretti in aree urbane più bisognose di infrastrutture.

Oltre agli aspetti infrastrutturali, la Regione Lazio potrebbe sostenere la promozione dello sport come strumento di inclusione sociale. Molte aree della capitale, in particolare le periferie, soffrono di una mancanza di accesso a impianti sportivi. In questo contesto, la Regione potrebbe:

– Lanciare progetti sportivi inclusivi per fasce svantaggiate della popolazione, come i giovani provenienti da contesti socio-economici difficili, persone con disabilità e anziani.

– Sostenere programmi di formazione e educazione sportiva, anche attraverso la collaborazione con le scuole e le associazioni sportive locali, con l’obiettivo di rendere lo sport accessibile a tutti.

Infine, la Regione Lazio potrebbe anche assumere un ruolo di supervisione sulla gestione e l’uso degli impianti sportivi pubblici, garantendo che le risorse siano utilizzate in modo efficiente e che gli impianti non restino inutilizzati o degradati. Questo potrebbe includere:

– Creazione di un ente regionale di controllo che monitori lo stato di manutenzione degli impianti sportivi.

– Valutazione periodica degli standard di accessibilità e qualità delle strutture sportive, fornendo linee guida per migliorarne la gestione.

Insomma, gli spazi di manovra ci sono, ma manca evidentemente la volontà politica di farlo.