I centri commerciali lamentano un calo del 50 per cento degli ingressi
I centri commerciali protestano. Ribadita la necessità di ristori per sopperire ai gravi danni al settore e misure per rilanciare i consumi. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dei Centri Commerciali (Cncc), Roberto Zoia, nell’audizione alle commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato sul disegno di legge di Bilancio 2021. L’associazione ha rimarcato le gravi difficoltà economiche in cui verte il commercio e in particolare il settore dei centri commerciali. E anche a causa dei ristori che, fin dal primo lockdown, sono risultati insufficienti a colmare le ingenti perdite derivanti dalle chiusure obbligate. E anche dalle innumerevoli limitazioni regionali e nazionali che hanno messo in ginocchio l’intera filiera.
I centri commerciali critici col governo
Inoltre, si è dovuto purtroppo constatare che nell’intero testo del ddl Bilancio 2021 non è presente alcuna specifica alla ripresa del settore. E questo nonostante la crisi dei consumi nel commercio stia investendo una pluralità di settori del Made in Italy. E quindi sia un tema rilevante per l’intero sistema produttivo. Nello specifico, i centri commerciali hanno evidenziato come i recenti provvedimenti abbiano provocato un calo del -50/-60% di ingressi giornalieri nei centri commerciali su tutto il territorio nazionale. Consistenti in decrementi di fatturato anche per le strutture che si trovano nelle Regioni cosiddette “gialle e arancioni”, soggette a minori ma comunque gravose limitazioni in termini di aperture e spostamenti.
Le proposte dei centri per rilanciare i consumi
Alla luce di questa evidente situazione di difficoltà del settore, il Cncc ha ribadito la necessità di inserire all’interno del Ddl Bilancio 2021 poche misure chiare il cui impatto potrebbe dare respiro al settore in tempi contenuti. In merito alle proposte già avanzate dai centri commerciali per rilanciare i consumi nel breve periodo, l’associazione ha rimarcato l’importanza di introdurre una temporanea di riduzione dell’Iva su alcuni prodotti. Misura peraltro già attuata da altri Paesi europei, al fine di incentivare la vendita di prodotti fisici nei negozi e i servizi con somministrazione. A cui sarebbe auspicabile si aggiungesse anche una semplificazione delle procedure per l’avvio di vendite straordinarie.
La situazione dei centri commerciali in Europa
Concedendo all’esercente di organizzare vendite promozionali, di liquidazione e saldi in libertà. E con l’adeguata flessibilità per un arco di tempo da concordare con le istituzioni. Infine, per quanto riguarda la disparità tra commercio fisico ed elettronico, il Cncc ha sottolineato la preoccupante situazione in cui si trova l’Italia. La quale, a differenza di altri Paesi in cui è stato posticipato il Black Friday per poter garantire concorrenza, impone la chiusura del commercio. Senza però prevedere dall’altro lato alcuna iniziativa volta a limitare la vendita di prodotti online. Complicando così ulteriormente la situazione già critica dei commercianti che si trovano ad operare in un contesto di concorrenza assolutamente distorta.