Il Campidoglio salva il maxi Centro Sportivo con project Financing e ‘aiuti’ extra: al Nomentano sì, a Ostia no?
Roma, dopo 17 anni il grande Centro Sportivo pubblico di via Como finalmente aprirà entro la primavera grazie al doppio sì di Campidoglio (Giunta Gualtieri) e Municipio II (Giunta Del Bello al suo secondo mandato). Ma grazie soprattutto ad un accordo a 360 gradi raggiunto tra amministratori pubblici capitolini-municipali e una nota società privata che, a fronte di una spesa di ‘soli’ 655mila euro, gestirà per i prossimi 25 anni la grandissima e centralissima struttura pubblica situata nel cuore del quartiere Nomentano e realizzata da altri, per di più al costo di concessione di appena 40mila euro annui, soli 3mila e 300 euro mensili.
Il Campidoglio salva il Centro Sportivo di via Como, al Nomentano
Il Campidoglio e il Municipio II non avevano i soldi – così scrivono tra le carte – per ultimare, risistemare e inaugurare la struttura sportiva, per questo hanno chiesto il ‘sacrificio’ a un privato, avvalendosi della formula del Project Financing.
Ma in cambio di questo investimento (tutto sommato non eccessivo, dal punto di vista economico, a fronte della grandezza della struttura e dell’investimento del privato stesso) il Campidoglio e il Municipio II si sono preoccupati di aiutare e sostenere lo stesso privato in tutti i modi, negli ultimi anni, a livello burocratico e tecnico.
Prima di tutto bypassando la competenza gestionale della struttura sportiva ‘in barba’ (ossia ‘in deroga’, così scrive il Campidoglio tra le carte) al Nuovo Regolamento per gli impianti sportivi di Roma approvato nel 2018. Approvando una apposita deroga finalizzata alla gestione pubblica dell’impianto a favore del Municipio II (27 maggio 2021).
Campidoglio e Municipio senza risorse: l’impianto pubblico passa per 25 anni al privato
Dopo appena 30 giorni dal passaggio di gestione della struttura sportiva a favore del Municipio II, lo stesso Municipio II ha preso coscienza di non avere liquidità (ossia i 655mila euro) e ha quindi valutato l’ipotesi di far entrare in ‘gioco’ un privato con una ‘cooperazione a lungo termine’: la domanda del privato porta la data del 30 giugno 2021.
“In assenza di risorse conferibili direttamente dall’Amministrazione Comunale – così scrive il Campidoglio – è stato possibile fare ricorso, per esecuzione di interventi pubblici, a forme di cooperazione a lungo termine tra gli operatori privati e l’amministrazione pubblica c.d. Partenariato Pubblico Privato”.
La proposta di subentro del privato (con tanto di diritto di prelazione) è stata presentata presentata dal privato il 30 giugno 2021. Sul finire della Giunta Raggi). Poi integrata e ‘limata’ ben tre volte dallo stesso privato il 26 ottobre 2021 (subentro della Giunta Gualtieri), il 22 dicembre 2021 e il 24 marzo 2022. È stata infine approvata dal Campidoglio il 22 giugno 2022.
Il privato (in prelazione) vince il bando e poi… chiede ‘aiuti’ extra
All’interno della struttura sportiva è stato rinvenuto, nel frattempo, anche quello che forse potremmo definire, in termini giornalistici, una sorta di “abuso” edilizio. È stata “rilevava – così leggiamo difatti nei documenti del Campidoglio – la non conformità della planimetria della distribuzione interna del corpo di fabbrica.
Corpo di fabbricato denominato “club house” rispetto agli elaborati approvati”.
La situazione delicata è stata risolta grazie alla “Deliberazione di Giunta Municipale n. 28 del 4.12.2023. Deliberazione (con la quale, ndr) venivano approvate le (nuove, ndr) planimetrie della distribuzione interna del corpo di fabbrica denominato “club house“.
Il Campidoglio e il Municipio II si sono premuniti di aiutare e sostenere il privato (in diritto di prelazione, lo ripetiamo) verificando anche la “sostenibilità del modello, della redditività dell’operazione nonché del raggiungimento dell’equilibrio del Piano Economico Finanziario (PEF)”.
Il bando vinto, grazie alla prelazione
Il privato in prelazione ha quindi vinto il successivo bando pubblico capitolino, prevalendo sui concorrenti. Poi, poco dopo, ha spiegato al Campidoglio e al Municipio II “che per effetto della crescita dei tassi d’interesse e dei livelli dell’inflazione l’aggiornamento del progetto proposto in sede di gara non permettesse di raggiungere un perfetto equilibrio economico e finanziario.
Pertanto ha presentato una nuova configurazione dell’area di concessione, prevedendo la creazione di n. 3 campi da Padel in sostituzione di n. 2 campi da Tennis (sport assimilabili), rendendo il Progetto sostenibile”.
Campi da padel che si aggiungeranno, quindi, a quelli da tennis che resteranno comunque in funzione. Il tennis è ancora molto gradito dai giovani grazie all’effetto Sinner. Nella struttura vi sarà anche una piscina che sarà anche coperta. Oltre a campi da calcio, basket, un parco giochi e a una nuova club house ora regolarizzata grazie alla Giunta municipale Del Bello e al sì di Gualtieri.
Due pesi e due misure?
La domanda sorge spontanea. Al privato del Nomentano sono stati concessi, giustamente, tanti aiuti e aiutini, con lo scopo supremo di permettere a grandi e piccini che vivono nel quartiere Nomentano di fare sport. A un privato di Ostia, per la sistemazione del Campo Anco Marzio, destinato ai giovani di Ostia, invece no?