Il commercio è in ginocchio e i 5 Stelle litigano sui tavolini
Il commercio a Roma è in ginocchio.in tutti i settori, ma particolarmente riguardo alla ristorazione. Le nuove regole sul distanziamento sociale impongono una drastica riduzione dei tavolini all’interno dei locali, con una perdita secca economica stimabile tra il 30 e il 50 per cento. Senza considerare i costi per mettersi in regola. Igienizzazioni, sanificazione degli impianti di aria condizionata. Assicurazioni per evitare brutte sorprese in caso di controlli. O di denunce da parte di qualche cliente. Insomma per chi con coraggio ha deciso di tirare su nuovamente la serranda i prossimi mesi non saranno certamente facili. E i pochi sussidi stanziati dal governo prevedono solamente il meccanismo della ritenuta di imposta. Quindi niente liquidità immediata. E per i benefici se ne parlerà eventualmente il prossimo anno. Per questo alcuni comuni hanno previsto delle agevolazioni immediate, con la sospensione di alcuni tributi locali. Tra cui la famigerata Cosap, una tassa che consente dove permesso l’occupazione del suolo pubblico. Anche Roma non ha voluto essere da meno, e la sindaca Raggi lo ha annunciato trionfalmente su Facebook. Tassa sospesa per tutto il 2020 e 35 per cento in più di spazio occupabile. Ma già dall’annuncio si capisce che qualcosa non va. Perchè in realtà i grillini sul commercio stanno litigando di brutto. E la delibera definitiva non è ancora approdata in consiglio comunale. E se venisse bocciata, che succederebbe? I ristoratori sarebbero costretti a loro spese a smontare tutto?
La Raggi sospende fino a dicembre la tassa sui tavolini. Ma i grillini promettono battaglia in Aula
La sindaca Raggi ha sospeso per tutto il 2020 la tassa sull’occupazione di suolo pubblico per bar e ristoranti. E ha recepito quanto previsto dal governo. Cioè la possibilità di ampliare fino al 35 per cento la superficie utile su cui collocare dehors e tavolini. Tutto bene allora? Non proprio, perché la decisione sarebbe arrivata dopo una giornata burrascosa. Trascorsa ad alta tensione tra la stessa sindaca, l’assessore allo sviluppo economico Carlo Cafarotti e il presidente della commissione commercio Andrea Coia. Che secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tempo non avrebbe affatto digerito la gestione di tutta la vicenda. Sentendosi scavalcato nelle decisioni assunte direttamente dalla sindaca e dalla sua giunta. Coia avrebbe già annunciato una serie di emendamenti da presentare quando la delibera arriverà in Aula Giulio Cesare. E con una maggioranza così spaccata potrebbero essere dolori. Per i commercianti e i ristoratori che in buona fede si apprestano ad applicare le nuove regole. E che rischiano a proprie spese di dover fare presto indietro tutta.
Per mettere più tavoli basta mandare al comune la domanda con la planimetria. Ma se qualcosa va storto poi chi paga?
Per avere fino al 35 per cento dello spazio esterno in più per mettere i tavolini, i ristoratori romani dovranno presentare una semplice domanda in formato elettronico al dipartimento commercio. Corredata da una planimetria con la nuova sistemazione degli esterni. Ma già la stessa Raggi ha avvisato, non si potranno mettere tavoli e piattaforme fin dentro la Fontana di Trevi. E le zone di massima occupabilita’ nel centro storico rimangono. Il rischio dunque e’ di iniziare a lavorare con il silenzio assenso, e tra qualche mese vedersi rigettata la domanda. Ancora peggio, il Consiglio comunale potrebbe non votare mai la delibera definitiva, o bocciarla. Visto i litigi che sul commercio stanno mettendo a soqquadro la galassia grillina. Inoltre, si parla sempre di disposizioni provvisorie. Quindi dal primo gennaio 2021 che succede, si smonta tutto e si torna alle vecchie regole? E gli investimenti fatti nel frattempo in tavoli, tende, strutture ed altro che fine fanno? Insomma, ci sembra che ancora una volta il compromesso tra le diverse anime politiche dei Cinque Stelle abbia partorito un grande pasticcio. Mentre il commercio avrebbe solo bisogno di regole chiare e nuove certezze.
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