Il Consiglio supremo di Difesa condanna senza riserve le atrocità dei terroristi di Hamas
Il Consiglio supremo di difesa, riunitosi al Quirinale sotto la presidenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “condanna senza riserve le brutalità commesse da Hamas in Israele lo scorso 7 ottobre, con atti di terrorismo che hanno causato più di mille morti deliberatamente tra i civili –tra questi tre italiani– e portato al rapimento di più di duecento persone tra i quali donne, bambini e anziani”. L’organismo – si legge infatti nel comunicato emesso al termine della riunione – “ha anche espresso preoccupazione per gli atti di antisemitismo perpetrati in molte parti del mondo e in Italia. In relazione al conflitto in atto è indispensabile il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas”.
La riunione presieduta dal presidente Mattarella
Alla riunione hanno preso parte il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; i ministri degli Esteri, Antonio Tajani; dell’Interno, Matteo Piantedosi; della Difesa, Guido Crosetto; dell’Economia, Giancarlo Giorgetti; il capo di stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone; il consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari del Consiglio supremo di difesa, Francesco Garofani; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano; il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
Assicurare l’incolumità della popolazione civile
“Fermo il diritto di Israele all’autodifesa nel rispetto del diritto internazionale, assolutamente da assicurare l’incolumità della popolazione civile, tenendo conto dell’aggravamento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, dove vivono oltre due milioni di Palestinesi. Scongiurare l’allargamento del conflitto nella regione. Anche per questo va rigorosamente fermato l’acuirsi degli scontri in Cisgiordania”. “Per l’Italia resta inoltre fondamentale la protezione dei connazionali presenti in Israele e nella Striscia di Gaza. Le pause delle attività militari, assicurate da Israele per ragioni umanitarie, hanno consentito così l’accesso agli interventi di soccorso delle Nazioni unite e di altri attori e il rilascio di ostaggi.
L’Italia manda una nave-ospedale a Gaza
Questa resta la prospettiva da perseguire con determinazione riproponendo sollecitamente pause umanitarie. L’Italia è impegnata nell’invio di aiuti umanitari e ha, tra l’altro, prontamente messo a disposizione, presso il porto di Al Arish in Egitto, una unità navale appositamente attrezzata con un ospedale imbarcato che ha già avviata l’assistenza sanitaria, mentre è in corso anche l’attività istruttoria per assicurare la dislocazione di una struttura sanitaria da campo da collocare nella Striscia di Gaza”.
Particolare attenzione per i nostri mille soldati sulla Linea Blu del Libano
Il Consiglio inoltre “ha giudicato imprescindibile avviare quanto prima una riflessione della comunità internazionale sulla gestione della Striscia di Gaza, superata questa drammatica fase, e favorire la ripresa di un dialogo politico con l’Autorità nazionale palestinese, al fine di individuare una soluzione sostenibile e duratura del conflitto israelo-palestinese basata sul principio ‘due popoli, due Stati'”. “Particolare attenzione – conclude il comunicato – posta alla situazione lungo la Linea Blu che separa il Libano da Israele, a presidio della quale, nel Sud del Libano, ci sono i soldati della missione Unifil del’Onu, tra i quali oltre mille militari italiani”.