Il Covid dilaga, risalgono i morti in Italia e nel Lazio: 603 e 59


Sono 10.497 i nuovi casi di coronavirus e 603 i morti in 24 ore. E’ quanto emerge dai dati forniti dal ministero della Salute sulla diffusione del contagio. In totale dall’inizio dell’emergenza sono state contagiate 2.400.598 persone e ne sono morte 83.157. Sono 21.428 i dimessi/guariti in 24 ore che portano il totale delle persone che dall’inizio dell’emergenza hanno superato il virus a 1.781.917. Sono 11.535 in meno gli attualmente positivi, ovvero le persone con covid-19 in carico al sistema sanitario nazionale. In totale a oggi in Italia sono 535.524 le persone positive al Sars Cov2.

Aumentano casi e numero di morti

“Oggi, su quasi 13mila tamponi (+2.891) e oltre 23mila antigenici, per un totale di oltre 36mila test”, nel Lazio “si registrano 1.100 casi positivi (+228), 59 morti (+43) e +3.150 guariti. Aumentano i casi e i decessi, mentre diminuiscono i ricoveri e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 8%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 3%”. Lo riferisce l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, dal termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale Covid-19 con i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e ospedale pediatrico Bambino Gesù. I casi a Roma città sono a quota 500.

Continua la strage dei medici: sono 293

Sale a 293 il bilancio dei medici morti in Italia durante la pandemia di Covid-19. Aldo Zaffora, medico ospedaliero, specialista reumatologo, è l’ultima vittima ricordata nell’elenco caduti aggiornato dalla Fnomceo, Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri. Un decesso registrato in Sicilia, segnalato oggi, ma che risale al 9 novembre. Ascrivibile dunque alla seconda ondata epidemica che, a differenza della prima, ha colpito pesantemente l’intero Paese.

Vaccini, riusciremo a conseguire gli obiettivi?

Vaccinare entro l’estate 2021 il 70% dell’intera popolazione adulta, ed entro marzo almeno l’80% degli ultraottantenni e l’80% dei lavoratori della sanità. Sono gli obiettivi dettati agli Stati membri dell’Ue dalla Commissione europea per la profilassi anti-Covid. L’Italia ce la farà? “Abbiamo il vaccino e potremo provarci, ma chiaramente non è così facile”, secondo Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano. “Di preoccupazioni ce ne sono, sono palesi, sono evidenti”, dichiara l’esperto all’Adnkronos Salute.

Lo specialista non vuole entrare nel merito dei ritardi registrati nella consegna di vaccini Pfizer/BioNTech, né delle cause di questo rallentamento. “Sono informazioni che non attengono certo al mio ambito di conoscenza”, afferma. Ottimista o pessimista? “Vogliamo avere l’ottimismo della volontà”, dice il medico ricorrendo a un motto gramsciano a lui caro, “pessimismo della conoscenza, ottimismo della volontà”. Ma “l’ottimismo della volontà va certamente aiutato”, osserva l’infettivologo. “Ribadisco, ad esempio: perché dobbiamo vaccinare subito 2 milioni di italiani già infettati” dal coronavirus Sars-CoV-2 e guariti, “che magari risulterebbero anche 4 milioni se facessimo qualche test in più?”.