Il futuro di Roma scritto solo dai costruttori: Gualtieri e Celli ‘dimenticano’ società civile e rigenerazione urbana

Da sinistra, Svetlana Celli presidente dell'aula Giulio Cesare, una gru di un cantiere edile di Roma, il sindaco Roberto Gualtieri

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La presidente del Consiglio Comunale di Roma, Svetlana Celli, e il sindaco Roberto Gualtieri sembrerebbero voler scrivere il futuro urbanistico e edile della Capitale solo e esclusivamente con i rappresentanti delle associazioni di categoria edile (vedi i costruttori di Acer) o, al massimo, con qualche alleato politico da ‘conquistare‘ (Noi Moderati con Marco Di Stefano), vale a dire solo con i referenti di quelli che qualcuno definirebbe forse ‘poteri forti‘. Ma non con associazioni, comitati e cittadini, vale a dire con la cosiddetta ‘società civile‘.

Il futuro di Roma in mano ai costruttori e politici

Questo, almeno, è ciò che appare a guardare la lista dei relatori che hanno preso parola in Campidoglio e presentato la storica delibera consiliare con cui è stata annunciata alla stampa l’approvazione – dopo 17 anni di attesa – delle modifiche alle ‘Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale (PRG)’.

Gualtieri e Celli invitano solo i ‘poteri forti’, non la società civile

La lista degli invitati chiamati ad uno ad uno dalla presidente Svetlana celli a parlare sul palco lascia pochi dubbi sul caso politico. Tra i relatori il presidente Antonio Ciucci di Acer, ossia i costruttori di Roma e provincia. La capogruppo Pd in aula Giulio Cesare Valeria Baglio. L’onnipresente consigliere ‘prezzemolino’ Giovanni Caudo, capogruppo della Lista elettorale ‘Roma Futura‘, riconducibile a Marta Bonafoni, consigliera regionale PD super ‘green‘ e coordinatrice generale della segretaria nazionale PD Elly Schlein.

A seguire il consigliere Marco Di Stefano (capogruppo Noi Moderati) che nei giorni scorsi ha strizzato l’occhio a Celli e Gualtieri anche sul tema Sanità, facendo preoccupare non poco il Governatore del Lazio Francesco Rocca. Poi, ancora, la consigliera Francesca Leoncini di Italia Viva (capogruppo). E pochi altri ‘eletti’. Ma, sul palco, la stessa Svetlana Celli non ha invitato nemmeno un solo rappresentante di associazione, di comitato, un ‘semplice’ cittadino libero della ‘società civile’. Inviti, relatori e interventi che contraddicono, nei fatti, le parole di Svetlana Celli pronunciate dal palco, che sono poi anche un famoso slogan del PD: “Non lasciamo indietro nessuno, andiamo avanti tutti insieme”. Ma insieme a chi? Ai soli ‘poteri forti’? O anche ai rappresentanti di quella ‘società civile’ tanto osannata in campagna elettorale e poi bistrattata in eventi cruciali come quello destinato a cambiare il futuro urbanistico di Roma?

Roma, Svetlana Celli in Campidoglio invita i relatori sul palco

Roma cambia il volto dell’urbanistica e dell’edilizia

Eppure, la delibera approvata di recente dall’Assemblea Capitolina e dai dem introduce importanti modifiche a 62 articoli del Piano Regolatore, con circa 250 commi modificati, abrogati o aggiunti rispetto al precedente assetto normativo. L’intervento normativo è stato presentato come una operazione di aggiornamento e semplificazione. Ma in realtà introduce cambiamenti significativi sulle regole urbanistiche della città eterna per i decenni a venire.

Dov’è il promesso coinvolgimento della società civile di Roma?

Nonostante l’importanza delle modifiche, il percorso di approvazione si è svolto senza coinvolgere adeguatamente proprio la ‘società civile’. La legge regionale impone a Roma Capitale di garantire adeguati processi di partecipazione e informazione dei cittadini.

Ma il dibattito pubblico è rimasto confinato agli addetti ai lavori e ad alcune associazioni, ascoltate solo in sede di audizione presso la Commissione Urbanistica. E dei 15 Municipi romani, sei non hanno espresso alcun parere e solo tre hanno inviato osservazioni ufficiali.

Il voto che chiarisce le vere intenzioni di Gualtieri, Celli and co…

Ma cosa c’era di tanto importante da mettere il bavaglio alle poche associazioni e comitati davvero liberi di Roma? Forse, e sottolineiamo forse, il tema della rigenerazione urbana. Ossia, in soldoni, il processo di recupero di aree o palazzi già edificati, ma abbandonati o comunque da recuperare. Un processo politico e edilizio che è stato ‘oscurato‘ dal sindaco Gualtieri e dalla presidente Celli. Nonostante venga usato spesso dal Pd come panacea di tutti i mali relativi, in particolare, al tema del consumo di suolo e dell’eccessiva antropizzazione.

Ma a ben guardare tra la carte, nei giorni scorsi proprio la presidente Svetlana Celli, la capogruppo Baglio e il sindaco Gualtieri, in aula Giulio Cesare, hanno respinto con forza (20 a 2) una proposta di delibera che spingeva il Comune di Roma, almeno nella gestione delle aree e palazzi pubblici, a metter mano prima a quelle dismesse o abbandonate e, solo dopo, a procedere altrove. La domanda sorge spontanea: ma perché? È forse questo che Celli, Gualtieri e Baglio volevano oscurare? Aver dimenticato la ‘rigenerazione urbana‘? Per questo associazioni e comitati sono stati esclusi dall’invito in Campidoglio?

Roma, un cantiere edile
I dem respingono il tema della rigenerazione urbana