Il governo cancella la barbarie della “cancel culture”. Sangiuliano: rischio per la libertà di pensiero

sangiuliano lavoro

“Mi sembra una grande battaglia di civiltà. La cosiddetta cancel culture è una barbarie che significa cancellare l’identità e la storia. Noi non siamo dei soggetti così capitati per caso. Ciascuno di noi ha un dna collettivo che è la storia della nostra nazione, della nostra cultura”. Così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a margine della sua visita a Villa Floridiana a Napoli, commenta il provvedimento sulla ‘cancel culture’ che dovrebbe finire in Consiglio dei ministri in tempi brevi. Fin dal suo insediamento in effetti il ministro della Cultura individuò nella mania woke (riscrittura, revisione e cancellazione di autori e testi che fanno parte del patrimonio culturale occidentale) un rischio per la libertà di pensiero e di espressione.

Si riscrive il Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici

Anche per la salvaguardia di quelle identità culturali che costituiscono una ricchezza e un argine al livellamento. Gli sforzi  per sensibilizzare il grande pubblico su questi pericoli, inclusa la censura – scrive La Verità – “hanno ora trovato concreta applicazione nel Tusmar. Il Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici: legge che disciplina le funzioni di regolamentazione, di vigilanza e sanzionatorie che riguarda radio, televisioni e piattaforme digitali. In una parola: tutti i media audiovisivi. Il testo del Tusmar, che viene periodicamente aggiornato in base alle norme europee in materia, era stato modificato l’ultima volta nel 2021. Ma ora, appunto, il governo Meloni ha pronto un testo aggiornato, che prossimamente verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale”.

La Cancel Culture finalizzata al controllo sociale diretto

Come scrive Mario Bozzi Sentieri, “Cancel culture, la censura ha tante facce. La più evidente quella finalizzata al controllo sociale diretto, in grado di limitare la libertà d’espressione. Nella Russia sovietica, già dal 1917, era una componente essenziale del Regime. Fino ad arrivare a contare, negli Anni Sessanta, su un apparato di 70.000 funzionari, collegati al Kgb (il Comitato per la Sicurezza dello Stato): il servizio segreto. Un’altra forma di limitazione della libertà d’espressione è quella dell’autocensura, cioè della scelta di non menzionare certi argomenti. Si tratta di una forma “dolce” di censura. È subdola, nascosta, subliminale, si può dire. Non ha bisogno di apparati polizieschi. Non imprigiona fisicamente le persone, ma le incatena a livello inconscio.

Lupi: pericolosa forma di negazionismo

Dal presidente di Noi Moderati e componente della Commissione di Vigilanza Maurizio Lupi “un plauso al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per aver introdotto nel Tusmar una norma contro la Cancel Culture, una pericolosa forma di negazionismo, revisionismo e cancellazione di storie, identità, simboli culturali. Una tendenza che, soprattutto negli Usa, sta provocando danni culturali, storici e sociali enormi, basti pensare alla distruzione delle statue di Cristoforo Colombo. Il passato va storicizzato e non letto con le categorie di oggi. Sembra una banalità, ma c’è chi pretenderebbe di riscrivere la storia partendo dalle opinioni e non dai fatti”.