Il Green pass? Una vera “mission impossible”. Sonora bocciatura di Unimpresa

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Proseguono le polemiche sul Green pass: chi lo assolve e chi lo boccia senza appello. “A pochi giorni dall’entrata in vigore delle regole sull’utilizzo del green pass nei bar e nei ristoranti, così come in altri esercizi commerciali, è possibile tracciare un primo bilancio negativo”. Lo dichiara in una nota il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. “A ciò si aggiunge – continua – il fatto che il teorico controllo del documento di identità del cliente, al quale va chiesto contemporaneamente anche il green pass, è sostanzialmente una mission impossible. Soprattutto nei momenti di grande affluenza o in presenza di gruppi particolarmente numerosi. Con onestà intellettuale, andrebbe detto chiaramente che la maggior parte dei controlli non sarà eseguita correttamente”.

E’ chiaro che le verifiche del Green pass non saranno fatte correttamente

“Tale duplice verifica rappresenta un doppio macigno per gli operatori economici. Da un lato costringe gli imprenditori e i loro dipendenti all’assolvimento di un obbligo e di mansioni che non competono loro. Dall’altro allontana potenziale clientela. Nel primo caso – prosegue Ferrara – si tratta di una attività aggiuntiva che comporta dei costi che si sommano a quelli, assai importanti, già sostenuti negli ultimi 18 mesi. Nel secondo caso, poi, riduce sensibilmente le possibilità di ricavi in una fase già particolarmente difficile per le prospettive economiche”. Secondo il presidente di Unimpresa “per questo motivo occorre rapidamente intervenire e trovare soluzioni, nel pieno rispetto delle esigenze di tutela della salute e con l’obiettivo di non gravare sugli operatori economici, specie quelli titolari di attività più piccole”, conclude.

Per Locatelli (Css) il giudizio invece è largamente positivo

Opposto il parere di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid. Il tampone è “uno dei 3 pilastri su cui si fonda” il certificato verde. “E’ chiaro, però, che la vera strategia vincente è procedere il più convintamente possibile lungo la strada delle vaccinazioni” anti-Covid, “perché solo in questo modo poi uno riesce a ottenere un green certificate di lunga durata. Il quale prescinde dal breve intervallo di tempo in cui è valido invece quello rilasciato sulla base del tampone”. In ogni caso, “il Green pass si inserisce nel solco di una strategia per rendere sempre più sicura la nostra vita e per consentirci di ridurre il più possibile il rischio di nuove chiusure. Quindi il giudizio non può essere che largamente positivo a tutti gli effetti”.