Il magistrato Marcello Degni deferito ai probi viri della Corte dei Conti. Silenzio vergognoso di Pd e grillini
Stupisce, ma forse non troppo, il silenzio tombale della sinistra sul caso del magistrato Marcello Degni. La sinistra era concentrata, non avendo altro, su un incidente con un’arma da fuoco a Capodanno, ma non così l’associazione magistrati della Corte dei Conti, che prende seriamente le gravi affermazioni di un suo membro. Arriva puntuale il deferimento ai probi viri di Degni. L’associazione magistrati della Corte dei Conti ha ”deliberato il deferimento al collegio dei probiviri per condotta violativa” del Codice deontologico del consigliere Marcello Degni. La decisione, si spiega in una nota, è stata presa ”in merito alle esternazioni rese a titolo personale” dal magistrato di nomina governativa, ”attraverso i social network e riportate dagli organi di stampa”.
La Corte dei Conti interviene prontamente
Il codice in questione infatti stabilisce che: “Fermo il diritto alla piena libertà di manifestazione del pensiero, il magistrato si ispira a criteri di equilibrio e misura nel rilasciare dichiarazioni ed interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa”. L’arroganza con cui Marcello Degni continuava a ostentare il suo atteggiamento fazioso che lo rende incompatibile con il ruolo che ricopre nella Corte dei Conti è inaccettabile. Al pari dell’ipocrita ma solito silenzio del Pd e di Giuseppe Conte. Non una parola è uscita sullo scandalo Degni da parte del Pd ( con l’unica eccezione del senatore Sensi). Nulla parte dei grillini.
Caso Degni, FdI: “La misura è colma”
La vecchia doppia morale del Pd
Dopo la decisione della Corte dei Conti è di nuovo Malan a parlare: “Ma il Pd non ha alcun imbarazzo per le esternazioni di Marcello Degni, che si professa sostenitore del partito e specificamente della sua leader, nominato alla Corte dei Conti da Paolo Gentiloni?”. Dice il capogruppo di Fdi al Senato.
Esaltano Toni Negri e il comunismo e fanno la morale agli altri
“Per Schlein e tutti gli altri esponenti va bene inneggiare a Toni Negri, condannato in via definitiva a 12 anni per associazione sovversiva e concorso morale in una rapina in cui assassinato un carabiniere, che sfuggì alla giustizia approfittando dell’immunità parlamentare e poi scappando in Francia su uno yacht? Va bene esaltare il comunismo? E va bene chiamare liquame reazionario il tentativo di salvare Indi Gregory? Ancora: va bene esaltare Che Guevara che mandava gli omosessuali in carcere per rieducarli? Va bene rinnovare le accuse al commissario Luigi Calabresi: le stesse che armarono moralmente le mani dei suoi assassini? Va bene defninire la famiglia una istituzione opprimente?”