“Il pasticciaccio” dell’ex Orange Futbol Club, malumori per l’assegnazione con il ricorso al Tar: oggi l’udienza

Orange Futbolclub al bando l'impianto sportivo

Un’assegnazione data anche se era arrivata la richiesta di accesso agli atti e la comunicazione di ricorso al Tar. Sta sollevando un vespaio, soprattutto negli ambienti politici – e in special modo nel Pd – l’assegnazione della gestione dell’ex Orange Futbolclub all’Asi (Associazione sportive sociali italiane) presieduto dal Senatore Claudio Barbaro (FdI), attuale sottosegretario di Stato al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica nel governo Meloni, in collaborazione con le società sportive dilettantistiche Aloha Ssd e Sistema Nuoto Ssd.

L’ex Orange, ritrovo dei vip, che si allenavano nei campi di calcetto, calciotto e padel della struttura sportiva di viale degli Olimpionici, è al centro delle polemiche. Come abbiamo anticipato in esclusiva una settimana fa, il Comune ha assegnato il centro pur sapendo che sulla gara pendeva un ricorso, presentato 10 giorni prima dalle due società – riunite in Ati – che sono arrivate prime nella graduatoria tecnica e che, nell’offerta economica, avrebbero pareggiato, se non addirittura migliorato, quella presentato dall’Asi.

La gara e l’affidamento

Il Dipartimento Sport di Roma Capitale ha ufficializzato l’aggiudicazione dell’impianto che garantirà il servizio per i prossimi 15 anni all’ASI il 21 gennaio. L’ASI ha offerto un canone annuo di 201mila euro, superando la base d’asta di 120mila euro. Sicuramente un affare per il Comune. Ma non questa non era la proposta più alta. Nel documento ufficiale, il Dipartimento Sport ha escluso la Polisportiva H2O, che aveva presentato un rialzo percentuale dell’80%, superiore al 67,5% dell’ASI. Anche dal punto di vista tecnico, l’H2O aveva ottenuto un punteggio più alto (67,053 contro 63,183). Ma allora, perché è stata esclusa?

Il motivo riguarda il Piano Economico e Finanziario, che secondo il Dipartimento non era asseverato secondo le norme vigenti. In particolare, l’H2O si è affidata a un revisore contabile singolo, anziché a una società di revisione o a un istituto di credito, come richiesto. Inoltre, secondo il Dipartimento, il piano economico-finanziario presentato sarebbe stato “insostenibile e inadeguato”, sostenendo che “alcuni costi superano i ricavi”. Ma come fa il Dipartimento a stabilire, prima dell’apertura, che i calcoli sui ricavi fatti da H2O siano sbagliati?

Il ricorso al TAR

Per questo l’H2O non ha accettato la decisione e ha presentato ricorso. “Abbiamo presentato l’offerta tecnica ed economica più alta, ma siamo stati esclusi per motivi formali”, hanno dichiarato dalla società. Oggi, 29 gennaio, ci sarà l’udienza cautelare presso il TAR del Lazio. Senza il via libera del tribunale, la concessione quindicennale all’ASI non potrà procedere definitivamente.

Le polemiche politiche

La vicenda ha scatenato reazioni nel mondo politico. Dalle fila del PD, l’ex deputato Marco Miccoli attacca: “Questo ‘Modello Giubileo’ vi sta prendendo la mano. Ma non saranno troppe queste concessioni alla destra? In Campidoglio tutti zitti?”. E tra i democratici, il malumore continua a crescere…