Il Pd riparte dalla strana coppia Boldrini e Casini: accomunati solo dalla poltrona

Laura Boldrini e Pier Ferdinando Casini: nella strana coppia ci sono tutte le contraddizioni del Partito democratico. I due ex presidenti della Camera agli antipodi praticamente su ogni posizione politica, si ritrovano accomunati da una sola meta: quella che al Nord chiamano “cadrega”.
La poltrona della paladina degli immigrati e delle parole declinate al femminile, da presidenta ad architetta, è pressoché sicura. Lo ha annunciata la stessa Boldrini pochi minuti fa. “Oggi pomeriggio ho firmato l’accettazione della candidatura come capolista del Partito Democratico nel collegio Camera Toscana 2. Assumo questo impegno con grande determinazione, la posta in gioco è alta: difendere il futuro del nostro Paese. Per vincere servono gli occhi di tigre“. Con queste parole piuttosto sui social Laura Boldrini, deputata del Pd e presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo.

Gli occhi della tigre della Boldrini, i mal di pancia degli elettori di Casini
Non è molto dissimile, in parallelo, la vicenda di PierFurby Casini. Collegio sicuro in Senato, a Bologna. Il suo obiettivo non troppo dissimulato è sempre lo stesso: prendere il posto del presidente Mattarella. Aveva fatto la bocca all’ascesa al Quirinale a lungo, prima che Mattarella stessa non avesse fatto il clamoroso dietrofront, confermando la sua disponibilità a un altro settennato.
Casini, che fa rima con Boldrini, ha solo un obiettivo: quello di rimanere al potere. Come scrive Repubblica, i circoli Pd bolognesi, che avevano fatto appello al segretario Letta perché facesse un passo indietro sulla candidatura di Pier Ferdinando Casini sono divisi tra la ragion di partito e i mal di pancia. Il più amareggiato è Mario Oliva, dello storico circolo della Bolognina: “Un trionfo – scuote la testa – Già nel 2018 su Casini ci furono dei malumori e si è visto quello che abbiamo raccolto. Se già la campagna elettorale era difficile adesso lo diventerà ancor di più. Un segretario dovrebbe trasmettere ottimismo, però per farlo non dovrei stare in questo stato di ansia permanente. D’altra parte o uno dice arrivederci e chiude la porta, oppure prova di nuovo col “piuttosto che la destra”, ma non so fino a che punto funzionerà, stavolta».