“Il professor Locatelli era informato”: 17enne morta al Bambino Gesù, il caso finisce in Procura
È arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per due medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù per la morte di una 17enne, avvenuta il 3 novembre 2020 per un’infezione batterica presa in ospedale, favorita da un trapianto di midollo ritenuto sbagliato dai consulenti della Procura di Roma: nella vicenda è coinvolto anche il professor Locatelli.
E a gennaio, come scrive oggi Il Fatto quotidiano, un giudice dovrà occuparsi anche del professor Franco Locatelli, oncoematologo di fama, direttore del reparto e presidente del Consiglio superiore di sanità, noto ai più per il forte impegno nell’emergenza Covid-19. Per Locatelli e per l’altro primario, Mauro Montanari, il pm Pietro Pollidori aveva chiesto l’archiviazione. “Non sembra siano stati effettivamente coinvolti – aveva scritto – né adeguatamente informati” delle scelte compiute per la paziente.
Il presidente del Consiglio superiore dell’Iss è anche direttore del reparto al Bambino Gesù
Tuttavia, come scrive Alessandro Mantovani sul quotidiano, si sono opposti all’archiviazione i genitori di Elisabetta “Lisa” Federico, la soprintendente archeologica di Viterbo Margherita Eichberg e il biologo dell’Istituto superiore di sanità Maurizio Federico, che da due anni cercano di tenere alta l’attenzione sul caso. La giudice Francesca Ciranna terrà udienza il 12 gennaio e poi deciderà se archiviare o disporre nuove indagini. L’udienza preliminare per i medici già imputati, Pietro Merli e Rita Maria Pinto, non è ancora fissata.
È un caso che colpisce perché la ragazza apparentemente stava bene, la grave malattia del sangue che aveva – citopenia refrattaria dell’infanzia, una mielodisplasia – era stata scoperta per caso grazie a uno strano livido, comparso dopo una caduta in monopattino.
Il Fatto riporta la testimonianza del padre della ragazza sulla frase di Locatelli
Quanto al professor Locatelli, l’architetto Eichberg ricorda al Fatto: “Era il direttore, gli ematologi ci dicevano sempre che dovevano consultarsi con lui. In reparto veniva il sabato. È stato più volte da mia figlia. E dopo il trapianto mi disse: ‘Ci hanno fatto uno scherzetto dalla Germania’”, un riferimento al midollo tedesco rivelatosi inadeguato. Al di là del buon gusto, sembra una conferma che il professore fosse, se non coinvolto, almeno un po’ informato. Con il Fatto Quotidiano Locatelli non ha voluto parlare. L’avvocato Scalise dice: “Non mi sembra il linguaggio del professore”. E sul merito: “Non era Locatelli a decidere”. Il Bambin Gesù non conferma e non smentisce la frase dello “scherzetto”. Decideranno i giudici se c’è stata colpa medica e da parte di chi.