Il Tevere di Roma è il fiume con più macro-rifiuti galleggianti d’Italia

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Il Tevere di Roma è il fiume con più macro-rifiuti galleggianti d’Italia: uno dei fiumi più iconici d’Italia, è oggi protagonista di un triste primato: è il corso d’acqua con il maggior numero di macro-rifiuti galleggianti del Bel Paese. È quanto rivela una recente ricerca condotta dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, una ‘costola’ del Ministero dell’Ambiente). Il corso d’acqua che attraversa la Capitale contribuisce quindi in maniera significativa anche all’inquinamento marino della costa laziale tra Fiumicino ed Ostia.

In totale, il Ministero ha passato al setaccio per un anno di studi 12 grandi fiumi italiani, nell’ambito del programma di monitoraggio “From Source to Sea“. Il Tevere, per l’appunto, è risultato il peggiore.

Il Tevere di Roma è il fiume con più macro-rifiuti galleggianti d’Italia

Nello specifico, la porzione del Tevere monitorata nello studio è quella che attraversa la città di Roma, precisamente nel tratto che segue la diga di Castel Giubileo. È in quest’area periferica che le sponde del fiume sono spesso occupate da insediamenti informali e attività illecite di manipolazione e smaltimento anche illegale di rifiuti. Il fiume, prima di sfociare nel Mar Tirreno, si divide in due rami: il principale, la Fiumara, e quello minore, il Canale di Fiumicino. Quest’ultimo è caratterizzato anche alla presenza di cantieri navali e banchine per la flotta peschereccia, una condizione che amplifica l’impatto dei rifiuti galleggianti.

Le parole dell’Ispra nel suo recente studio, appena pubblicato

La distribuzione dell’apporto stagionale di questi rifiuti non segue un andamento regolare: oltre il 30% delle osservazioni si concentra in primavera, mentre il minimo si registra in inverno. Il materiale plastico è il più diffuso tra i rifiuti, con una percentuale che supera l’81%. Di particolare rilievo è la presenza di plastica monouso, che rappresenta il 27,1% del totale, seguita da una piccola quota (1,2%) di materiali legati alle attività di pesca.

Rifiuti marini originano dalla terraferma

Gran parte dei rifiuti marini, infatti, ha origine sulla terraferma e viene trasportata dai fiumi fino al mare. Questo rende il monitoraggio dei fiumi una componente essenziale nella lotta all’inquinamento marino. Il programma di monitoraggio “From Source to Sea“, avviato nell’ambito della Strategia Marina in collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente e l’Ispra, serve a comprendere meglio la quantità e la tipologia dei rifiuti trasportati verso il mare.

Risultati allarmenti

I risultati del primo anno di monitoraggio sono allarmanti. Il Tevere, insieme al Sarno e al Po, è tra i principali responsabili del trasporto di macro-rifiuti in mare. I fiumi che attraversano aree densamente popolate, come Roma, mostrano livelli di inquinamento significativamente più elevati rispetto a quelli che scorrono in aree rurali o meno abitate. Più dell’80% dei rifiuti individuati è costituito da plastica, con una parte significativa composta da oggetti monouso, spesso legati al consumo di cibo.

Per comprendere meglio la dinamica di dispersione dei rifiuti, durante il monitoraggio sono stati rilasciati nel Tevere dei contenitori galleggianti dotati di tracciatori GPS. Questi dispositivi hanno permesso di seguire il percorso dei rifiuti lungo il fiume, evidenziando la loro permanenza prolungata e il loro comportamento caratterizzato da soste in corrispondenza di ostacoli o portate ridotte, seguite da rapide accelerazioni quando il flusso d’acqua aumenta. Alcuni tracciatori hanno raggiunto il mare e, dopo aver percorso diversi chilometri, si sono arenati sulle spiagge.

Dati cruciali

Le informazioni ottenute da questo monitoraggio forniscono dati cruciali non solo per le politiche di gestione dei rifiuti nazionali. Ma anche per affrontare la questione a livello transfrontaliero. Il problema dei macro-rifiuti, infatti, non riguarda solo l’ambiente fluviale, ma ha effetti devastanti anche sugli ecosistemi marini, e richiede un’azione coordinata a livello internazionale.

Il Tevere un tempo era celebrato per la sua bellezza e il suo legame indissolubile con la storia di Roma. Oggi è un simbolo delle sfide ambientali che affliggono il nostro Paese. Salvaguardare i nostri fiumi significa anche proteggere i nostri mari, e il lavoro di monitoraggio è solo il primo passo per affrontare questa emergenza crescente.