“Il vaccino? Fa aumentare il rischio di contrarre il coronavirus”

lazio zingaretti a tor vergata

No al vaccino obbligatorio di Zingaretti. Il dottor Mariano Amici ha presentato un ricorso al Tar contro l’ordinanza del 17 aprile del governatore della Regione Zingaretti. L’ordinanza ha reso obbligatoria, per chi ha più di 65 anni e per tutto il personale medico, la vaccinazione antinfluenzale “senza nessun valido motivo scientifico”, sostiene il dottore.

Il vaccino non deve essere obbligatorio

Amici ha così spiegato la sua iniziativa: “Con la scusa della normativa di emergenza la Regione Lazio pensa di poter calpestare, peraltro per un periodo in cui l’emergenza sarà cessata, l’art. 32 della nostra Costituzione a mente del quale l’obbligatorietà ad un determinato trattamento sanitario, ai sensi del comma II dell’art. 32 Cost., può essere imposta unicamente per disposizione di legge. Questo uno dei tanti motivi di impugnazione messi a fuoco dall’avvocato Nicola Massafra, da me contattato per tutelare il mio ed il vostro diritto a non essere sottoposti ad una vaccinazione che ritengo, in forza della mia lunga esperienza professionale di medico, non solo non necessaria ma addirittura pericolosa”.

Questo vaccino abbassa le difese immunitarie

Amici è un medico di base di Ardea, contrario all’iniziativa della Regione Lazio. Continua: “Nel ricorso ho evidenziato che ad oggi, non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una capacità del vaccino antipneumococcico e di quello per l’influenza stagionale di proteggere l’individuo dall’infezione da Coronavirus. Sono fermamente convinto, come gran parte della comunità scientifica, che il vaccino anti-influenzale possa invece portare ad un abbassamento delle difese immunitarie. E pertanto renderlo obbligatorio potrebbe portare ad un aumento del rischio di contrarre il covid-19.

Ho rinvenuto uno studio americano, condotto fra reduci militari americani invalidi e anziani, relativo alla stagione influenzale 2017-18. Che ha attestato che il vaccino anti-influenzale aumenta del 36% il rischio di coronavirus ciò a causa di un fenomeno imprevisto di interferenza virale. Le persone vaccinate vedono aumentare il rischio di altri virus respiratori. Questo perché non hanno acquisito l’immunità genetica, non specifica, verso gli altri virus ambientali nella stagione influenzale”.