Inceneritore di Roma, Gualtieri ‘calpesta’ i poteri commissariali e il IX Municipio: il caso finisce il Campidoglio
Roma, sembra non trovare fine la strada travagliata del nuovo termovalorizzatore voluto dal Sindaco e Commissario Roberto Gualtieri nel territorio di Santa Palomba, ma proprio affianco al comune di Albano ed alle porte dei Castelli Romani. Ricordiamo che attraverso il decreto aiuti decreto legge 50/2022 il sindaco Gualtieri ha avuto i poteri da Commissario in tema di pianificazione rifiuti e poteri connessi prima di competenza regionale.
Inceneritore di Roma, Gualtieri ‘senza limiti’
In base a quanto previsto dall’art. 13 comma 2 il medesimo Commissario però trova un limite nell’esercizio delle sue funzioni nel rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, delle disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea.
Con l’inceneritore ‘calpestati’ i limiti dei poteri commissariali
Ora quanto accaduto di recente nella vicenda dell’impianto di incenerimento che dovrebbe venire alla luce a Santa Palomba sembra essere quanto meno curioso.
Il Municipio IX nell’esercizio delle sue funzioni di tutela del territorio ha verificato delle irregolarità sul terreno di Santa Palomba dove dovrebbe sorgere l’impianto notificando propri atti ai proprietari sia alla società venditrice che ad AMA. A seguito di questo è intervenuto il Sindaco, con i poteri commissariali per sospendere l’efficacia degli atti del Municipio.
Le parole dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e di Carla Canale
Peccato però dover constatare che le contestazioni degli uffici del Municipio riguardassero importanti violazioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio, materia sottratta ai poteri commissariali come sopra documentato.
Per questo a seguito di un accesso agli atti della Capogruppo del Municipio IX della Lista Civica Virginia Raggi, Carla Canale, la ex sindaca di Roma ora Consigliera M5S Virginia Raggi ha presentato una interrogazione dettagliata al Sindaco Commissario, chiedendo un provvedimento di autotutela rispetto all’Ordinanza Commissariale emessa da Gualtieri che sembrerebbe valicare i poteri attribuitigli.
Questo quanto dichiarato ieri da Raggi e Canale: “Sull’inceneritore tanto voluto da Gualtieri continuano a piovere incertezze. Non bastano le preoccupazioni per la salute e per l’ambiente, né le criticità sull’acquisto del terreno: c’è anche la questione del fosso presente nell’area.
Gualtieri sospende la decisione del Municipio IX sull’Inceneritore di Roma
“Dopo un accesso agli atti al Municipio IX siamo sempre più perplesse sulla decisione del Sindaco/Commissario di sospendere la Determinazione Dirigenziale del Municipio che accerta l’esistenza del fosso, il suo anomalo spostamento e la carenza di un parere paesaggistico sui vincoli archeologici presenti. Questa sospensione, infatti, sembra travalicare il limite dei poteri attribuiti a Gualtieri dal Decreto Aiuti. I fossi e corsi d’acqua costituiscono ‘bene comune’, tutelato per l’interesse paesaggistico-ambientale, per la difesa del suolo e la protezione dalle esondazioni.
Allo stesso modo la carenza del parere paesaggistico sui vincoli archeologici configura un altro vizio ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, normativa alla quale anche il Sindaco/Commissario deve sottostare. Per questo motivo, abbiamo presentato una interrogazione urgente e dettagliata a risposta scritta, con la quale chiediamo chiarimenti su questi aspetti e trasparenza per i cittadini. Suggeriamo a Gualtieri di rivalutare adeguatamente la situazione e tornare indietro, in autotutela, prima di danneggiare ulteriormente il nostro patrimonio ambientale e la salute dei cittadini”.
Il tema delle acque pubbliche
Nell’interrogazione si fa presente che in tema di acque pubbliche, gli elenchi di cui al r.d. 25 luglio 1904, n. 523, come modificato con legge 13 luglio 1911, n. 774 e r.d. 11 dicembre 1933, n. 1775, hanno carattere dichiarativo o ricognitivo e non costitutivo, con la conseguenza che ben possono esservi acque pubbliche non segnate negli elenchi e che «nemmeno la “tombatura” di un fosso o di un corso d’acqua possa esonerare dal divieto di edificare nella fascia di rispetto, giacché il divieto di costruzione a una certa distanza dagli argini dei corsi d’acqua demaniali ha carattere assoluto ed inderogabile.
Non solo sembrerebbe mancare alla procedente attività svolta dalla società che ha venduto i terreni sull’area in questione non sia stato acquisito neanche il parere paesaggistico richiesto, ed anche su questo il Commissario non può andare in deroga.
A questo punto non solo la Consigliera Raggi attende una risposta nei termini ma anche i cittadini verso i quali l’ex sindaca di Roma chiede che venga garantita l’adeguata trasparenza in questi processi.