Inceneritore di Roma, in Europa si profila lo scontro tra Tamburrano-Marino e Zingaretti-Draghi


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Inceneritore di Roma, in Europa si profila lo scontro tra Tamburrano-Marino e Zingaretti-Draghi. L’inceneritore di Roma Santa Palomba, progetto fortemente voluto dall’amministrazione di Roma guidata da Roberto Gualtieri, diventa un caso internazionale. La questione ha varcato i confini nazionali, approdando al Parlamento europeo, dove si profila un duro scontro tra le diverse forze politiche, ma tutte progressiste. Da un lato, l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Dario Tamburrano, insieme a Ignazio Marino (AVS), ha portato avanti la contestazione al progetto. Dall’altro, il Partito Democratico, rappresentato da Nicola Zingaretti, e l’ex premier Mario Draghi, principale artefice dell’assegnazione a Gualtieri del ruolo di Commissario straordinario per il Giubileo, con delega specifica alla gestione dei rifiuti.

Tredicimila firme contro il progetto, da Roma in UE

La mobilitazione popolare è stata determinante nel portare la questione a Bruxelles. Ben 13mila firme sono state consegnate al Parlamento europeo per chiedere lo stop definitivo alla costruzione dell’inceneritore. I comitati cittadini, sostenuti da Tamburrano e Marino, sono stati auditi dalla Commissione europea, che ha riconosciuto le criticità sollevate e ha richiesto approfondimenti alle autorità italiane. Questo passaggio segna un punto a favore degli oppositori del termovalorizzatore, aprendo un fronte di discussione tra le istituzioni europee e quelle italiane. Ma che coinvolge, almeno indirettamente, proprio Mario Draghi – l’ex premier italiano – e Nicola Zingaretti, capogruppo dem in UE, che sulla vicenda appare strbnamente molto silenzioso, esattamente come la segretaria PD Elly Schlein.

Dubbi sulla sostenibilità del progetto di Roma

Le criticità evidenziate riguardano l’impatto ambientale e sanitario della struttura, destinata a trattare tonnellate di rifiuti per i prossimi trent’anni. L’impianto sorgerebbe sull’ultimo lembo di territorio romano, al confine con il Comune di Albano e alle porte dei Castelli Romani. Non distante da Ardea e Pomezia. L’area individuata per la costruzione, in prossimità di via della Cancelliera, è stata oggetto di un’interrogazione presentata dal capogruppo M5S Lazio, Adriano Zuccalà, al presidente della Regione, Francesco Rocca. L’interrogazione chiede chiarimenti sulla valutazione tecnica per l’istituzione di un’area di salvaguardia ambientale, che potrebbe ostacolare definitivamente il progetto.

Il silenzio della Regione, da Zingaretti e Rocca, e la richiesta di chiarezza

Secondo i contestatori, la Regione Lazio non ha ancora preso una posizione netta sulla vicenda, lasciando irrisolte le preoccupazioni della cittadinanza. L’M5S denuncia l’assenza di trasparenza e di un confronto aperto sui rischi del termovalorizzatore, sottolineando che l’impianto potrebbe compromettere una gestione più sostenibile dei rifiuti in tutto il Lazio. La richiesta è chiara: un pronunciamento ufficiale e definitivo da parte della giunta regionale sulla compatibilità ambientale dell’opera.

Un progetto che divide politica e cittadini

L’inceneritore di Roma continua a dividere politica e opinione pubblica. Se per l’amministrazione Gualtieri rappresenta una soluzione indispensabile alla gestione dei rifiuti della Capitale, per gli oppositori è un pericolo per la salute e un ostacolo alla transizione ecologica. Lo scontro si sposta ora a livello europeo, con la Commissione chiamata a valutare il rispetto delle normative ambientali. Il futuro del termovalorizzatore è tutt’altro che deciso, e la battaglia politica è destinata a proseguire.