Incredibile Raggi a La7, se serve cambio anche 100 assessori
Abbiamo iniziato a risanare la città, ma abbiamo commesso anche errori di inesperienza. Così la Raggi alla trasmissione di La7 ‘In Onda’, condotta da Luca Telese. Una sorta di autocritica sui suoi quasi cinque anni di governo della Capitale, ma poi la prima cittadina è tornata quella che abbiamo imparato bene a conoscere. Il problema non sono gli assessori o i manager che ho cambiato, ha attaccato la sindaca di Roma. Perché se serve, di assessori ne cambio anche cento. Mi devono portare il risultato, altrimenti facciamo come prima. Quando ad esempio i consigli di amministrazione delle aziende partecipate dal Campidoglio erano decisi dalla politica. E i consiglieri erano inamovibili, anche se sbagliavano. Sarà, ma le montagne russe vissute di recente da quasi tutti coloro che hanno avuto incarichi di responsabilità prima conferiti e poi revocati dalla Raggi, un risultato certo lo hanno portato. La impossibilità di avere una amministrazione e un governo stabile in città. Con il quale gestire il presente, e programmare il futuro. Un po’ come quando una squadra di calcio cambia due o tre allenatori nella stagione, e alla fine rischia di retrocedere.
La Raggi, mai con il Pd neanche al ballottaggio. Il nostro risanamento di Roma incompatibile con Zingaretti e i dem
E dopo aver difeso le sue scelte, la Raggi è andata all’attacco. Nella recente trasmissione di La7 ‘In Onda’, rispondendo alle domande di Luca Telese. Un’alleanza con il Pd al ballottaggio? Non la vedo possibile, ha dichiarato Virginia. Dando già per scontate due cose. La sua ricandidatura, che appare ancora più che ballerina. E la possibilità di arrivare con il M5S a Roma davanti a uno dei due blocchi del centrodestra e del centrosinistra al primo turno. La nostra idea di risanamento della città mi sembra incompatibile con il Partito democratico e con Zingaretti, ha affondato la sindaca. Che ha però anche ricordato come in astratto, il recente voto sulla piattaforma Rousseau le alleanze le abbia anche legittimate. Il no darebbe dunque legato a una precisa scelta politica, ma vedremo se da qui alla primavera le cose rimarranno effettivamente così.
I grillini confermano il doppio mandato. La Raggi dovrà tornare a casa
Ed ecco tutti i cambi di Virginia. Per assessori e dirigenti cinque anni sull’otto volante
Ed eccoli, tutti i cambi che la Raggi ha fatto in questi quasi cinque anni di governo. Nella speranza di riuscire a cambiare passo. Intento fallito, ci verrebbe da dire. Ma a giudicarlo saranno tra poco gli elettori romani. .Le dimissioni del comandante dei vigili urbani, Stefano Napoli, sono soltanto l’ultimo capitolo di una serie infinita di cambiamenti a tutti i livelli (apicali) di Palazzo Senatorio e delle aziende municipalizzate. Tra gli assessorati più “scomodi” quello all’ambiente, dove l’addio di Pinuccia Montanari ha fatto seguito a quello di Paola Muraro. Ora, dopo un lungo interim della sindaca, le deleghe si sono doppiate tra Katia Ziantoni (rifiuti) e Laura Fiorini (verde). Al bilancio, invece, si sono alternati Marcello Minenna, Andrea Mazzillo e Gianni Lemmetti. Tra gli addi più pesanti, nella prima fase della sindacatura, anche quelli di Paolo Berdini (urbanistica), Massimo Colomban e Alessandro Gennaro (partecipate) e Adriano Meloni (commercio). Un anno fa l’ultimo maxi-rimpasto di giunta: via Laura Baldassarre (politiche sociali e scuola), Flavia Marzano (innovazione), Rosalba Castiglione (patrimonio) e Margherita Gatta (lavori pubblici). Dentro Pietro Calabrese, Valentina Vivarelli al Patrimonio e Veronica Mammì.
E non va meglio nelle aziende: all’Ama, per esempio, dal 2016 nei ruoli di vertice si sono alternati Daniele Fortini, Alessandro Solidoro, Antonella Giglio, Lorenzo Bagnacani, Massimo Bagatti e Paolo Longoni. E da ultimo Stefano Zaghis. Ma anche in Atac Simioni ha lasciato il posto a Mottura, insieme alla nomina di nove nuovi super manager. Potremmo continuare, ma sarebbe inutile. Più che con un vento del cambiamento, sembra proprio che i Romani abbiano dovuto fare i conti con una maionese impazzita.