Infermiera dell’Umberto I aggredita, la protesta: “Succede troppo spesso”

Policlinico Umberto I

“Stavolta è toccata ad una infermiera pediatrica dell’Umberto I, aggredita e malmenata con l’accusa di chissà quali nefandezze. Piena e totale solidarietà alla collega, ma ormai è un copione ripetitivo: aggressione, solidarietà alla vittima, sdegno, dichiarazioni autorità competenti: ma quando un fenomeno che sembra eccezionale diventa ripetitivo, allora ci si deve interrogare sulle sue cause strutturali, non solo sulla logica dell’emergenza: e meno male che la sicurezza ha, all’Umberto I, evitato il peggio”.

Lo denuncia il Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma, Maurizio Zega “Intanto – prosegue Zega – secondo una ricerca commissionata dalla Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche un terzo degli Infermieri attivi subisce aggressioni in un anno, un terzo: e di questi, quasi la metà neanche denuncia il fatto. Per sfiducia o che?”.

“Il succedersi degli episodi di violenza si dovrebbe contrastare con la riduzione della pressione sugli ospedali, con investimenti sulla sanità territoriale: ma anche questo sembra ormai un ‘mantra’, si ripete, si ripete, e poi? Non vogliamo – ha concluso il Presidente dell’OPI di Roma – tirare sassi e acuire la tensione purtroppo esistente, ma la situazione è davvero grave. Intanto, come abbiamo fatto insieme con l’Ordine dei Medici non più tardi di un mese fa, chiediamo di riconoscere ad Infermieri e Medici la qualifica analoga a quella di pubblico ufficiale, con la conseguenza che ogni aggressione è un oltraggio a pubblico ufficiale. E speriamo che anche questo non diventi un mantra”.

Il fatto, come riporta il Corriere, è avvenuto all’ora di pranzo del 21 febbraio, quando l’infermiera è stata affrontata in particolare dalla madre ed altri familiari del bambino che l’hanno presa di mira, sostenendo che il piccolo non fosse accudito e curato nel migliore dei modi. Sulla vicenda potrebbe essere avviata anche un’indagine interna all’ospedale, mentre il parapiglia si è protratto per alcuni minuti con l’intervento delle guardie giurate in servizio di vigilanza all’interno dell’Umberto I.
L’infermiera, secondo la sua versione dei fatti e anche le testimonianze di alcuni colleghi, sarebbe stata costretta a rifugiarsi all’interno del reparto anche per l’arrivo di altri familiari del bambino sempre più minacciosi.