Infermiere eroe del 118 muore ieri al S. Camillo. Era quasi alla pensione
È morto ieri al S.Camillo. L’ospedale romano nel quale dai primi di dicembre era ricoverato in terapia intensiva. Alvaro Rossi aveva 61 anni, e da sempre lavorava come infermiere nel servizio Ares 118 nella postazione dello stesso ospedale romano. Dove purtroppo dopo una lunga lotta Alvaro ha perso la sua battaglia contro il Covid. L’operatore sanitario deceduto era una persona buona e solare, amatissimo dai colleghi. E sarebbe andato in pensione il 2 gennaio. Assurdo motore così, proprio a un passo dal traguardo. E adesso che stanno arrivando anche le prime dosi del vaccino. Destinate proprio ai più esposti, come a chi lavora in sanità. Alvaro Rossi aveva reagito con coraggio anche ad altre avversità della sua vita, come alla perdita della moglie. Quando le figlie erano ancora piccole. Viveva per loro, raccontano i colleghi commossi. E per il nipotino, da quando era diventato nonno. “Era un grande professionista – lo ricorda Alessandro Saulini, amico di Alvaro e collega del 118 -. Lo conoscevo fin da ragazzo, da quando mia mamma era caposala al S. Camillo. Ho lavorato con lui tanti anni. Era sempre solare, sorridente, disponibile con chiunque e stimato da tutti. Con la battuta pronta e ironico, ma soprattutto orgoglioso di essere diventato nonno”. Ma purtroppo Alvaro dopo 30 anni di servizio, è morto proprio la notte di Natale. Per lui il cordoglio di tutto il 118 e del S. Camillo. Buon viaggio anche da noi di 7Colli, a questo eroe semplice e buono che ha passato la sua vita ad aiutare gli altri.
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L’infermiere del 118 Alvaro Rossi è morto nella notte di Natale. Proprio mentre il vaccino viaggiava verso il suo ospedale
Alvaro Rossi è morto nella notte di Natale. Un destino crudele e assurdo per una persona buona che non si è mai tirata indietro. Negli oltre trent’anni di onorato servizio nel 118. Infatti l”operatore sanitario si spegneva dopo quasi un mese di battaglia contro il covid propio mentre i primi vaccini erano in viaggio. Diretti proprio a quell’ospedale dove Alvaro era ricoverato. Da oggi infatti scatterà il V Day, anche a Roma e nella Regione Lazio. Con le prime 9570 dosi, un quantitativo poco più che simbolico. Che però segna un nuovo inizio. Circa 1000 i primi vaccini disponibili nel Lazio, 560 a Roma e 280 nelle Province. E 115 proprio per le unità mobili Uscar e per l’Ares 118. Purtroppo però la dose che forse avrebbe potuto salvare Alvaro è arrivata in ritardo. Ma siamo certi che il suo sacrificio non sarà stato vano. Perché ogni persona che si salverà nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, un po’ lo dovrà anche a lui. E a tutti gli eroi in camice bianco che in questo anno terribile ci hanno aiutato a non perdere la speranza. E a rialzare la testa.
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