Infermieri arrabbiati. “Solo parole”. Domani in piazza del Popolo
Stavolta sono gli infermieri ad essere arrabbiati. E lo testimonieranno domattina alle 10 a Roma (a piazza del Popolo) dove si svolgerà un flash mob organizzato dalla categoria. Li hanno chiamati “eroi del coronavirus”, hanno ricevuto applausi e omaggi dai balconi italiani e da tutto il popolo che li ha incoronati come i veri “angeli” della pandemia. Ma sono stati rapidamente dimenticati, nonostante lo straordinario lavoro che nell’emergenza ha mostrato il ruolo chiave che gli infermieri ricoprono nella società e nella sanità del nostro Paese.
Domani infermieri in piazza del Popolo
Sono tre gli elementi della protesta di domani – secondo qua ti riferisce Leggo – organizzata a Roma da Barbara Urso e Diego Roviti. E che non vedrà coinvolto nessun organo sindacale ma solo rappresentanti degli infermieri. Il primo è «l’uscita dal Comparto e la stipula del primo contratto esclusivo per l’infermiere, il quale comprenderà altri fondamentali punti chiave. Superamento del vincolo di esclusività, adeguamento dei salari e delle indennità, riconoscimento delle competenze specialistiche, valorizzazione dei percorsi di studi post laurea intrapresi con conseguente lotta al demansionamento, come avviene già in molti Paesi dell’Europa».
Il secondo è l’«adeguamento delle dotazioni organiche attraverso: scorrimento delle graduatorie in essere, abbattimento del precariato e agevolazione delle mobilità. Il terzo infine è «l’equiparazione dei diritti dell’Infermiere dipendente di Pubblica Azienda con l’infermiere dipendente da ente privato».
“Uscire dal comparto sanità”
«Questa é la punta dell’iceberg, il primo passo per raggiungere i nostri diritti – dichiarano gli organizzatori del flash mob – Come dichiarato in precedenza l’uscita dal comparto é fondamentale per il raggiungimento dei nostri obiettivi, ci batteremo affinché ciò avvenga.
Crediamo che questo sia il giusto premio, non per l’emergenza coronavirus, ma per la professionalità che mettiamo in campo ogni giorno».
«Il virus é stato solo una conferma della nostra abnegazione – proseguono in una nota – Noi ci siamo sempre stati. Ora però siamo snervati dai riconoscimenti di circostanza, dalle parole antomimiche che un giorno ci corteggiano e quello dopo ci disprezzano. Adesso vogliamo coerenza dalle Istituzioni. Adesso vogliamo che si tramutino in concretezza. Per noi e per tutti i cittadini che usufruiscono del Sistema Sanitario Nazionale».