Internet veloce a Roma, da Gualtieri e Meloni 100 milioni all’azienda canadese: esclusi operatori italiani ed europei

Internet veloce a Roma

A Roma, ma non solo il futuro, di internet si chiama 5G. Parliamo della nuova tecnologia di collegamento veloce per smartphone, pc e tablet destinata a ‘mangiarsi’, in pochi anni, anche la rete in fibra ottica (decisamente più lenta del 5G) che utilizziamo sempre più spesso a lavoro e casa. Ma queste sono informazioni che, bene o male, conosciamo tutti. Quello che non sappiamo è che nella Capitale tutti i servizi 5G che saranno attivati a breve, prima che inizi il prossimo Giubileo 2025, saranno appannaggio esclusivo di una azienda canadese (la Boldyn Networks) considerata molto vicina al mondo USA. Un’azienda che ha già ricevuto la ‘benedizione’ del sindaco Roberto Gualtieri e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Internet veloce in mano a Canada e USA: e la famosa Europa?

‘Benedizione’ che possiamo quantificare nei circa 100 milioni di euro che gli sono stati affidati sulla fiducia, senza bando pubblico, e in unica tranche. Come si suol dire a Roma, sull’unghia, con lo scopo di attivare il servizio 5G in 100 piazze di Roma, sotto le linee della metro e nei pressi delle principali location politico/istituzionali. In realtà, il bando pubblico relativo al servizio 5G per Roma era stato lanciato Giunta Gualtieri il 19 aprile (scorso) con scadenza 13 giugno. Ma l’8 giugno, quindi 5 giorni prima che si concludesse, è intervenuto come un fulmine a ciel sereno il Decreto personale del Primo Ministro Giorgia Meloni (e non, si badi bene, del Consiglio dei Ministri) che ha assegnato con la massima urgenza l’intero pacchetto di lavori all’azienda canadese. Con buona pace della concorrenza statale, nazionale ed europea.

Esclusi il Ministero delle infrastrutture e Tim

Per il momento, non è previsto nessun partenariato pubblico-privato. Al contrario di quanto scritto e previsto nel bando pubblico sul 5G della Giunta Gualtieri, poi ‘interrotto’ dalla premier Meloni. Tanto per intenderci, ai lavori per la diffusione del 5G a Roma non parteciperanno Ministeri, aziende statali o parastatali, come ad esempio il Ministero delle Infrastrutture o la Tim. Sono stati esclusi, quindi, dal 5G di Roma, tutti i partner, compresi anche i ‘pezzi’ dello Stato Italiano.

Problemi di sicurezza anche nazionale

Una cosa certo va sottolineata: alla diffusione del 5G sono legati problemi essenziali per la sicurezza delle comunicazioni politico-istituzionali e della sicurezza nazionale. Tra l’altro Roma è una città particolarmente sensibile, da questo punto di vista, visto che ospita ministeri, ambasciate, strutture militari, etc.
Certo, a Roma la diffusione del 5G avrà luogo per step. Il Comune ha intenzione di investire difatti altri circa 400 milioni di euro. I primi 100 milioni circa sono già stati assegnati con le modalità appena descritte.

La concessione del Comune di Roma prevede, però, altri bandi che dovranno aver luogo a breve, entro i prossimi 2 anni. Bandi pubblici da lanciare, si presume, prima della prossima tornata elettorale in cui Gualtieri dovrà cercare di veder riconfermato il suo primo mandato. La domanda per Gualtieri (e Meloni) quindi sorge spontanea. Società statali, parastatali o private (di estrema fiducia, italiane od europee) entreranno nel progetto del 5G di Roma o la Capitale continuerà ad affidarsi solo a Canada ed USA? Speriamo, presto, di ricevere risposta!