Ippodromo Capannelle, la chiusura avrebbe effetti devastanti: 1000 posti di lavoro “a rischio” e danni per milioni di euro

Ippodromo delle Capannelle
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Oltre mille posti di lavoro “a rischio” ma anche un danno economico legato al volume delle scommesse di circa 70 milioni di euro, con un introito erariale stimato di 4,3 milioni di euro l’anno. Questo rischia Roma Capitale chiudendo l’ippodromo Capannelle, dopo che il “bando-ponte” su cui puntava l’amministrazione capitolina “è andato deserto”.

Bando del Comune di Roma andato deserto

Il mancato affidamento della gestione della struttura, dopo che il bando temporaneo predisposto dal Comune è andato deserto, rischia di lasciare senza impiego centinaia di famiglie, in particolare quelle monoreddito. La cessazione dell’attività di Capannelle avrebbe, inoltre, ripercussioni devastanti sull’indotto economico locale e sulle entrate statali derivanti dal settore delle scommesse ippiche.

Volume delle scommesse di 70 milioni di euro

Con Capannelle, che contribuisce a circa il 10% delle scommesse ippiche nazionali, in gioco c’è un giro d’affari annuo di 70 milioni di euro. Questo volume di scommesse è fondamentale sia per le casse dello Stato, con un introito erariale di circa 4,3 milioni di euro, sia per il finanziamento del settore ippico nazionale attraverso il Masaf. La perdita di questi fondi rappresenterebbe un duro colpo per un comparto già fragile, mettendo a rischio il futuro dell’intera filiera ippica italiana.

Santori (Lega): “Capannelle sull’orlo della chiusura, attendiamo soluzioni”

A denunciare la situazione il capogruppo della Lega capitolina, Fabrizio Santori che ha criticato duramente l’amministrazione capitolina, sottolineando come i ritardi burocratici e le problematiche legali abbiano portato Capannelle sull’orlo della chiusura. “Attendiamo soluzioni per l’ippodromo di Capannelle per scongiurarne la chiusura prevista alla fine dell’anno e promuovere un piano di rilancio dell’intera area e di tutto l’indotto – commenta Santori – In ballo c’è la sorte di oltre 1000 lavoratori, tra quelli a tempo pieno e a tempo determinato compreso il personale delle società di servizi, dalle pulizie alla vigilanza, dai maniscalchi ai veterinari. Ma non è tutto, gravi danni anche all’indotto: là dove finora sono stati custoditi, allenati e curati 500 esemplari di purosangue solo per il galoppo, si estende una vera e propria piccola città con le sue risorse che fanno parte del pil cittadino. Chiudere Capannelle vuol dire regalare l’ennesima figuraccia internazionale alla Capitale con la perdita dei grandi eventi dell’ippica e la compromissione di tutti gli storici eventi dell’estate romana. Una realtà cresciuta nel tempo sul lavoro e la passione di migliaia di romani distrutta dal Campidoglio negli anni con cavilli burocratici che ora stanno diventando la tomba dell’ippica a Roma”.

No alla chiusura di Capannelle della Lega

“La Lega ribadisce un sonoro ‘no’ alla chiusura e i numeri parlano chiaro: oltre alla perdita dell’indotto economico che pesa come un macigno sulla Capitale, l’ippodromo Capannelle nel 2023 ha avuto un movimento scommesse interno tra trotto e galoppo di circa 20 milioni di euro, pari al il 15% del movimento nazionale, e di questi 1,6 milioni vanno all’erario, il resto al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) per il finanziamento del settore – conclude Santori -Abbandonare uno dei simboli della città sarebbe un atto scellerato: il Campidoglio, dopo aver ricevuto uno schiaffo anche dal Tar, si attivi e faccia la sua parte per evitare l’ennesimo scempio di una città abbandonata in pasto all’ansia di grande bruttezza che avvelena la ragione della sinistra”

Onorato chiede incontro con il Masaf

Nel frattempo, l’assessore capitolino Alessandro Onorato ha richiesto un incontro urgente con il sottosegretario al Masaf, Patrizio Giacomo La Pietra, con l’obiettivo di trovare una soluzione che scongiuri questa grave crisi.