Ippodromo Capannelle verso la chiusura, il sindacato a Gualtieri: “Dovrete gestirvi da soli anche il letame”. E annuncia proteste

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Ippodromo Capannelle, il conto alla rovescia, seppur virtuale, è partito. Manca ormai pochissimo, infatti, alla scadenza dell’attuale gestione. Con la scadenza dell’attuale gestione alle porte, il sindacato italiano allenatori guidatori (Siag) alza la voce e avverte il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: se non verrà trovata una soluzione immediata, la struttura potrebbe trasformarsi in un caos ingestibile, con gravi conseguenze per l’intera città.

Bando andato deserto

Il 20 novembre il Tar ha messo un punto fermo, ma non risolutivo: il ricorso presentato da Hippogroup, la storica società che gestisce l’ippodromo, è stato dichiarato privo di interesse, poiché il bando-ponte indetto dal Comune è andato deserto. Ora il Campidoglio deve trovare una via d’uscita per garantire la continuità delle attività ippiche.

Il bando-ponte escludeva Hippogroup a causa di un contenzioso economico da oltre 20 milioni di euro di canoni non pagati. La società, però, ha sempre sostenuto di avere i requisiti per partecipare e di non essere stata messa nelle condizioni di sanare la propria posizione. Il Comune, nel frattempo, aveva cercato altri possibili gestori, ma senza successo. E ora la situazione è completamente bloccata.

La minaccia del Siag: “Capannelle sarà un problema di ordine pubblico”

Il Siag, in una lettera indirizzata al sindaco Roberto Gualtieri, non usa mezzi termini: dopo il 31 dicembre, la gestione dell’ippodromo diventerà un problema gravissimo. Senza un piano chiaro, sarà il Comune a doversi occupare di tutto. Dopo il 31 dicembre l’ippodromo di Capannelle diventerà un problema di ordine pubblico con la presenza di animali e persone, abusivi e non, e toccherà a voi gestire la situazione, assicurare le pulizie, lo smistamento del letame, la distribuzione di acqua e luce, la manutenzione delle piste per i cavalli”, si legge nel documento.

Gli allenatori chiedono un incontro urgente con le istituzioni per trovare una soluzione. “Se non ci ascoltate, saremo costretti a scendere in piazza”, avvertono, lasciando intendere che le manifestazioni potrebbero bloccare la città. Una prospettiva che nessuno vuole, soprattutto in vista del Giubileo 2025, un evento di portata internazionale che richiederà una gestione impeccabile dell’ordine pubblico.

Un futuro incerto per Capannelle e per il settore ippico

Il rischio di chiusura dell’ippodromo non riguarda solo i lavoratori diretti, ma anche un intero settore che fa capo a Capannelle, considerato il fulcro delle corse ippiche italiane“Chiudere l’impianto significa mettere in ginocchio famiglie e professionisti, abbandonando a se stessa una struttura di importanza nazionale”, denuncia il sindacato.

Gli operatori ippici, che da anni vivono nell’incertezza, si aspettavano un nuovo bando entro il 2024, come promesso dall’assessore allo Sport Alessandro Onorato. Ma a oggi, quella promessa resta disattesa, e l’ombra di un futuro incerto si allunga su Capannelle. “Noi come associazione abbiamo partecipato alla riunione che sancì l’assegnazione dell’ippodromo per un anno a Hippogroup Capannelle con la promessa dell’assessore allo Sport Alessandro Onorato di promuovere un bando nel 2024 per trovare un nuovo gestore dal 2025″, affermano dal sindacato. “Tutto questo non è successo, ora si rischia di chiudere l’intero impianto e di abbandonarlo a sé stesso lasciando padri di famiglia senza lavoro e un intero settore senza l’ippodromo più importante d’Italia”-

Il Comune alla prova dei fatti

Ora la palla passa al Campidoglio. Sarà in grado di trovare una soluzione tempestiva per evitare il collasso di Capannelle? La posta in gioco non è solo il futuro dell’ippodromo, ma anche quello di un settore storico e il buon nome della Capitale, che si prepara a ospitare milioni di visitatori per il Giubileo.

Il Siag lancia l’ultimatum: ascoltateci o saremo costretti a farci sentire per le strade di Roma. Un appello che suona come un avvertimento, ma anche come l’ultimo disperato tentativo di salvare un pezzo di storia italiana.