Israele accelera: rilasciate tutti gli ostaggi entro il Ramadan o attaccheremo Rafah
L’operazione militare su Rafah andrà avanti come previsto a meno che non siano rilasciati gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia di Gaza entro l’inizio del Ramadan, il mese sacro all’Islam. Lo dichiara il ministro del gabinetto di guerra di Israele, Benny Gantz. Il Ramadan inizierà il 10 marzo. “Se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa, i combattimenti continueranno nell’area di Rafah”, ha detto Gantz indicando, per la prima volta, una tempistica di un’operazione nella città del sud della Striscia di Gaza.
Israele limita accesso a Spianata moschee, Hamas invita a mobilitazione
Intanto Hamas ha respinto quella che ha definito una “decisione criminale” da parte di Israele di ”limitare l’accesso dei palestinesi nella moschea di Al-Aqsa durante il Ramadan”. La chiusura della Spianata delle Moschee ai palestinesi promuove, sostiene Hamas in un comunicato, ”la criminalità sionista e la guerra religiosa condotta dal gruppo di coloni estremisti del governo di occupazione terroristico contro il nostro popolo palestinese e la violazione della libertà di culto nella benedetta Al-Aqsa Moschea”. Per questo, Hamas chiede ”al nostro popolo palestinese nei Territori occupati, ad Al-Quds (Gerusalemme, ndr) e nella Cisgiordania occupata, di respingere questa decisione criminale, di resistere all’arroganza dell’occupazione” e di ”mobilitarsi”.
Hamas promette un’altra “benedetta intifada”
Inoltre Hamas avverte Israele che ”qualsiasi danno alla Moschea di Al-Aqsa o alla libertà di culto in essa contenuta non passerà senza conseguenze” e annuncia una ”benedetta intifada ed esplosione di fronte all’ingiustizia, all’arroganza e all’aggressione”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di aver preso una ”decisione equilibrata” rispetto all’accesso dei fedeli palestinesi alla moschea di al-Aqsa durante il mese sacro di Ramadan. Come spiega il suo ufficio, Netanyahu ha deciso che sarà ”consentita la libertà di culto nei limiti delle esigenze di sicurezza”.
Non forniti dettagli sui limiti considerati. Israele spesso stabilisce dei limiti entro i quali i fedeli possono raggiungere la moschea di al-Aqsa, come ad esempio l’età. L’obiettivo dichiarato dalle autorità è quello di evitare che scoppino episodi di violenza nella moschea, che fa parte di un complesso sacro anche per gli ebrei.