Italia alla canna del gas (russo): dichiarato lo stato di pre-allarme

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E’ stato dichiarato lo stato di pre-allarme in Italia per il gas. Lo ha deciso, dopo aver sentito il Comitato di emergenza e monitoraggio nazionale, il ministero della Transizione ecologica, autorità competente per la sicurezza degli approvvigionamenti gas naturale. I motivi – viene spiegato – riguardano il passaggio in Ucraina delle forniture che arrivano nel nostro Paese e l’elevata pericolosità della “minaccia”. Anche se “le forniture sono al momento adeguate alla domanda interna” è opportuno sensibilizzare gli utenti.

Cottarelli: “Eliminare il nucleare è stato un grave errore”

”Stiamo pagando una tassa al resto del mondo: se i prezzi restassero al livello raggiunto all’inizio dell’invasione dell’Ucraina, per il 2022 varrebbe fino a 66 miliardi di euro, il 3,5% del Pil”. Lo afferma il presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, Carlo Cottarelli, in un’intervista a La Stampa, calcolando l’impatto degli aumenti delle materie prime sull’economia del Paese, e il quadro è devastante: 57 miliardi in uno scenario con ‘prezzi medi’, fino a 9 in più se il conflitto dovesse andare avanti.

”È uno choc che lo Stato, con i suoi interventi, sta attenuando solo in parte” spiega l’economista. ”In Italia le misure introdotte per contrastare i rincari sono state molto forti, pari allo 0,8% del Pil, così come in Francia, mentre la Germania si trova su livelli più bassi. In posizione intermedia ci sono Regno Unito, Spagna e Paesi Bassi. Ma è chiaro che questa situazione avrà un effetto restrittivo”.

“Senza gas russo l’Italia può solo tornare al carbone”

”La nostra elaborazione è basata sui prezzi raggiunti il giorno dell’attacco e sui costi aggiuntivi rispetto al 2019”, spiega il presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani. ”A meno che non ci siano sanzioni che impediscano le importazioni di gas dalla Russia non dovrebbero salire ancora. Se invece si decidesse di proibirle, allora entreremmo in un mondo nuovo”. Per sostituire i rifornimenti che provengono da Mosca, secondo Cottarelli, ”non c’è molto che si possa fare nell’immediato, tranne portare al massimo l’estrazione dai nostri pozzi e riaccendere le centrali a carbone: non è piacevole ma nell’emergenza può essere accettabile”.