Jorge D’Alessandro morto alla Magliana, i parenti: ‘Non si è suicidato, aveva molti soldi, lo hanno ucciso’
Aveva detto ai suoi familiari di essere in un hotel a Trastevere. E non in una casa alla Magliana, perlopiù occupata. E, da quanto ne sapevano amici e familiari, non aveva nessuna ragione per suicidarsi. Jorge Adrian D’Alessandro, il 39enne argentino precipitato dal quarto piano di una palazzina in via dell’Impruneta a Roma, era appena arrivato nella Capitale, dopo essere stato in Spagna a trovare il fratello.
E, secondo quanto riferiscono i parenti, aveva con sé 9 mila euro. E tutte le intenzioni di spenderli. Non di ammazzarsi. Ma i soldi non si trovano.
Le accuse dei familiari
“Se i soldi di Jorge sono spariti, allora lo hanno ucciso, altro che suicidio“. È questo il pensiero dei familiari e degli amici dell’argentino, che all’ipotesi che il 39enne possa essersi tolto la vita non riescono proprio a crederci. Più probabile, secondo loro, che “sia stato fatto suicidare”, dopo essere stato rapinato dei suoi averi.
Jorge, che aveva un figlio e viveva a Buenos Aires, era arrivato in Spagna dall’Argentina per andare dal fratello. Era andato a Madrid e poi a Barcellona, dove aveva passato alcuni giorni di vacanza. Poi, nella serata di sabato 30 agosto, era arrivato a Roma.
A Roma per incontrare un’ex collega
Nella Capitale avrebbe dovuto incontrare una ex collega della Correo oca, l’azienda dove D’Alessandro lavorava. Ma che non ha, probabilmente, mai visto. Le uniche persone con cui è entrato in contatto, infatti, sarebbero state i coinquilini, dei giovani peruviani che, dopo la tragedia, hanno abbandonato l’appartamento.
Adesso tutte le ipotesi sono aperte. Che ci sia stata una lite con uno degli inquilini? Che si sia trattato veramente di un suicidio? Oppure è davvero valida, come avanzano i parenti, l’ipotesi di una rapina finita male?
Quanto accaduto riporta logicamente alla mente il tragico caso del pr barese Francesco Vitale, meglio conosciuto come Ciccio Barbuto. Inizialmente fatto passare per suicidio, solo in un secondo momento si è scoperto che il 44enne era stato ucciso nell’appartamento di via Pescaglia, sempre alla Magliana. Per scappare dai suoi aggressori, che lo avevano sequestrato in casa per un debito di droga, aveva tentato la fuga dalla finestra del quinto piano, precipitando e perdendo la vita.