La battaglia legale per il gatto Codi: 3 procure indagano per sapere dove è finito

Un gatto
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Una battaglia legale senza precedenti, con 3 procure che indagano per scoprire se il gatto Codi sia stato abbandonato, ucciso o smarrito. Una storia a metà strada tra l’amore e la follia. A iniziare questa battaglia è stata la prima padrona di Codi che decide di darlo in affidamento a una signora di Treviso.

L’affido

Codi viene portato in Veneto e viene stilato un contratto di affido temporaneo, un atto nel quale la controparte si impegna a non dare il micio a terze persone e a non effettuare interventi chirurgici senza il consenso della proprietaria. Inizialmente tutto filava. La signora vedeva il suo gatto in foto o in call e riceveva notizie sul suo animale. Una storia andata avanti da gennaio e fino al 10 febbraio quando non ci sono più notizie di Codi e dei nuovi padroni.

La querelle

Nasce una querelle e la donna, attraverso i social, scrive chiaramente: “Attenzione a mandare i gatti in Veneto”. Ad una conoscente riassume anche la storia di Codi ma il racconto arriva alle orecchie della controparte che da vita a un processo per diffamazione.

La seconda denuncia

Anche la prima padrona si rivolge alla legge e denuncia la scomparsa del gatto. Ma mentre il primo procedimento, per diffamazione, termina con un’assoluzione per remissione di querela, la seconda indagine, per la sottrazione di Codi, resta ferma.

La terza inchiesta

Nasce però una terza inchiesta della Procura di Roma: un fascicolo romano per appropriazione indebita. La guerra legale va avanti e di Codi non c’è più traccia.