La Bce aumenta per la decima volta consecutiva i tassi. Salvini: “Lagarde vive su Marte”

La Bce, guidata da Christine Lagarde, ha deciso il decimo rialzo consecutivo dei tassi. Saliranno ancora dello 0,25% raggiungendo, per quanto riguarda gli interessi sui depositi il 4%. Livello mai visto da quando esiste l’euro. I mercati sono convinti che questo sia l’ultima stretta chiudendo con rialzi diffusi.
In conferenza stampa la presidente della Bce Lagarde non si è sbilanciata. “La decisione è stata presa con una solida maggioranza”, ha spiegato, segno che le colombe hanno cercato di far sentire la loro voce. La stretta potrebbe forse concludersi, anche se le porte per nuovi rialzi restano ben aperte. A questo proposito Lagarde ci tiene a far sapere che le prossime scelte dipenderanno dai dati. I riflessi sui mutui del nuovo aumento non tarderanno a farsi sentire.

“Christine Lagarde“, presidentessa della Bce, “vive su Marte. È il classico esponente che dice che l’operazione d’urgenza è perfettamente riuscita ma intanto il paziente morto. Se per i ridurre i prezzi aumenti il costo del denaro grazie che i prezzi scendono”. Ma, intanto, “la gente non mangia. Aumentare il costo del denaro è anti economico e anti sociale. Lagarde non vive sul pianeta terra”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, intervistato a “Stasera Italia” su Rete4.
Lagarde colpisce ancora: aumenta i tassi. Rampelli: un dispetto all’Italia
“Una politica così restrittiva è un colpo durissimo alla nostra ripresa sulla quale il Governo Meloni sta lavorando con grande impegno. Un altro tiro mancino della Bce. Cui prodest? Di sicuro non all’Italia”, dichiara il vicepresidente della Camera e deputato di FdI, Fabio Rampelli.
“La signora Lagarde ha portato in dono un altro aumento dei tassi di interesse: questo vuol dire un ulteriore freno per un’economia che già stava rallentando in tutta Europa e un altro rialzo delle rate dei mutui per centinaia di migliaia di famiglie. La cosa incredibile è che questi signori possono fare quello che vogliono senza dover rispondere a nessuno. Mettiamo che davvero la scelta sia fra inflazione e recessione (e non lo è), come è possibile che una questione così eminentemente politica, così invasiva nella carne viva dei cittadini e delle imprese, sia del tutto sottratta alla democrazia? Alla decisione dei rappresentanti dei cittadini? L’unico bilanciamento potrebbe essere se i governi fossero liberi di abbassare le tasse, ma se non lo sono – perché si inventano ‘patti di stabilità’ per impedirlo – rimane ai cittadini, solo la scelta del colore della corda a cui impiccarsi”. Così il senatore della Lega Claudio Borghi.