La carica dei duemila per Rocca lo conferma: la sinistra si può mandare a casa anche nel Lazio

Rocca, centrodestra domani Lazio

Si respirava voglia di riscatto domenica mattina tra i duemila presenti all’Auditorium della Conciliazione per Francesco Rocca presidente della Regione Lazio. Un desiderio palbabile, che va ben oltre il classico comizio elettorale. Tra una settimana, chi legge questo articolo, probabilmente avrà già dato il suo voto o starà per farlo. E stavolta, ha davvero il futuro nelle sue mani. O meglio sulla scheda elettorale.

Stavolta gli elettori del Lazio, “abbandonati per dieci anni” dalle giunte Zingaretti (come ha ricordato lo stesso Rocca) hanno un’occasione quasi irripetibile. Dare le chiavi della Regione al centrodestra a una “vera eccellenza italiana”, come ha detto Giorgia Meloni presentando la candidatura di Rocca. Con la Regione Lazio e il governo nazionale guidati dal centrodestra si può sperare in quel rilancio che la Regione aspetta da anni. L’esempio clamoroso, come ha ricordato ieri il candidato del centrodestra, è quello dei posti letto assegnati ancora attraverso il fax. Una Regione elefantiaca nelle decisioni, celere nelle decisioni solo con gli amici degli amici. Ambigua e titubante invece, quando si tratta di prendere decisioni che veramente incidono nella vita quotidiana dei cittadini.

Con Rocca per riscrivere la storia della Regione Lazio

Quei cittadini che ormai giocano in Serie B, come gli abitanti di Roma, ha ricordato Rocca. Costretti a giocare in serie B per l’inerzia del tandem Gualtieri-Zingaretti. O quelli delle altre province che addirittura sono in serie C o D, sempre per l’indolente gestione della giunta di centrosinistra.

Il “capolavoro” resta però l’esempio romano: con Gualtieri definito con calzante immagine il sindaco Pokemon. Appare e scompare a seconda della opportunità e della esigenza. Non pervenuto sul termovalorizzatore. Come su tante altre questioni chiave. Su Zingaretti meglio calare un velo pietoso. Il disastro da amministratore regionale è sotto gli occhi di tutti. Il suo delfino, Alessio D’Amato, ha condotto una campagna elettorale dove l’unico dato che ha potuto citare come vanto è stato il numero di vaccinati. Come se dietro non ci fossero stati, paradosso dei paradossi, anche il personale e le strutture della Croce rossa. Proprio l’organizzazione guidata in maniera impeccabile da Francesco Rocca.

Domenica mattina all’auditorium della Conciliazione il popolo del centrodestra ha respirato un’aria nuova, profumo di riscatto per i cittadini del Lazio. Tra una settimana sapremo anche se quel riscatto avrà, finalmente, il profumo della vittoria.