La denuncia di Mio Italia: “I ristoranti falliscono mentre qualcuno sta guadagnando con la crisi”

Mio Italia

“Siamo rimasti basiti di fronte a quanto mostrato da ‘Restart’, in onda su Rai 2. Il programma di Annalisa Bruchi ha messo in evidenza un presunto business sanitario basato su numeri ‘alterati’ della pandemia. Siamo rimasti basiti anche perché le aziende del comparto horeca – ristoranti, bar, pizzerie, pub e cocktail bar – non ancora fallite, sono al limite della chiusura per essere state additate dall’inizio dell’emergenza come luogo dei contagi senza il supporto di uno studio scientifico”. Lo ha dichiarato Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria Mio Italia, Movimento imprese ospitalità.

Mio Italia: “Siamo alla terza stagione di accanimento”

“Alla terza stagione di accanimento – fiscale, ispettivo, mancati sostegni economici – contro le piccole imprese, non si possono più chiudere gli occhi. La domanda è: mentre i ristoranti continuano a fallire, c’è qualcuno che guadagna con il perdurare della crisi? Ecco, il servizio di Valentina Noseda su Restart non può passare sottotraccia”, conclude Bianchini.

Paolo Bianchini aveva contestato il green pass anche negli scorsi giorni. “Migliaia di ristoratori hanno deciso di chiudere temporaneamente i loro locali per mancanza di clienti. Giorno dopo giorno il loro numero è in aumento e si va a sommare a quello dei piccoli imprenditori che hanno chiuso per sempre, causa fallimento. Il settore, tutto il comparto Horeca, comprendente anche bar, pizzerie, pub e cocktail bar, è in estrema sofferenza per i provvedimenti restrittivi e irragionevoli della politica tutta, sia della maggioranza sia dell’opposizione, sarebbe meglio dire oppofinzione, che hanno portato a un lockdown mascherato, infondendo terrore fra le persone”. “E – sottolinea – mentre i politici di maggioranza e opposizione sembrano impegnati ad assicurarsi un destino politico nei palazzi, le piccole aziende, ossatura economica del Paese, stanno colando a picco”.

“Fermare la follia del green pass – aggiunge – in tutte le sue singolari, astruse, burocratiche declinazioni, e condurre l’Italia verso una fase di fiducia socioeconomica: questa dovrebbe essere la priorità. Invece l’orchestrina continua a suonare, incurante del dramma che si sta consumando”.