La Fontana delle Tartarughe: il segreto del duca Mattei nel cuore di Roma
Nel cuore di Roma, tra le vie ricche di storia e le piazze che parlano di un passato mai dimenticato, si nasconde un piccolo capolavoro rinascimentale che molti ignorano: la Fontana delle Tartarughe, un gioiello di eleganza e leggenda incastonato nella pittoresca Piazza Mattei, nel Ghetto ebraico. Non è solo la sua bellezza a colpire, ma la storia che l’avvolge, fatta di orgoglio, ingegno e un tocco di magia urbana.
Un’opera che incanta: la Fontana delle Tartarughe e le sue origini
La Fontana delle Tartarughe è un esempio perfetto di arte cinquecentesca. Venne realizzata tra il 1581 e il 1588 su progetto dell’architetto Giacomo Della Porta e impreziosita dalle sculture di Taddeo Landini. Quattro efebi scolpiti con maestria sembrano sostenere delle conchiglie, dalle quali l’acqua scende con grazia. Ma il dettaglio che strappa un sorriso e un’occhiata curiosa sono le quattro tartarughe di bronzo, aggiunte in un secondo momento e attribuite alla mano di Gian Lorenzo Bernini. Questi piccoli animali sembrano sfuggire dalla fontana, come a voler raccontare la loro piccola fuga dalla scena.
La leggenda del duca e una fontana costruita in una notte
A rendere la Fontana delle Tartarughe davvero speciale è la leggenda che le aleggia intorno. Si racconta che il Duca Mattei, una figura di spicco dell’epoca, si trovò in una situazione precaria: i suoi affari erano in declino e con essi anche la sua reputazione. Desiderando impressionare il padre della sua promessa sposa e dissipare ogni dubbio sulle sue risorse, il duca pianificò un gesto eclatante. Ordinò che la fontana fosse costruita in una sola notte, un’impresa tanto grandiosa quanto rischiosa. Immaginate la scena: la piazza illuminata dalla luce tremolante delle torce, gli scalpellini al lavoro come ombre instancabili. Al sorgere del sole, la fontana era lì, pronta a testimoniare il fasto e l’ingegno del duca.
La mattina seguente, il padre della giovane si affacciò alla finestra e, vedendo il monumento appena apparso nella piazza, restò senza parole. La strategia audace del duca funzionò: il matrimonio venne approvato. Per non dimenticare mai quella notte trionfale, il duca fece murare la finestra da cui il futuro suocero aveva osservato tutto. Questa finestra, murata e silenziosa, è ancora oggi visibile, segno di una vanità che il tempo non ha cancellato.
Un simbolo di astuzia e fascino senza tempo
Questa leggenda rappresenta più di un aneddoto: incarna l’essenza dell’arte e dell’ingegno romano, dove bellezza e ambizione si intrecciano. La Fontana delle Tartarughe non è solo una meraviglia architettonica, ma un simbolo di un’epoca in cui si osava sognare in grande, anche quando i mezzi erano scarsi. E forse è questo che ci colpisce ancora oggi, quella capacità di trasformare un’idea in realtà, in una notte, con la pura forza della volontà.