La Isoardi fa ascolti. Ma la Rai butta denari con la Clerici

Tempo di vendette in Rai e nel mirino, in maniera disgustosa, finisce Elisa Isoardi per avvantaggiare Antonella Clerici. Nel gioco delle tre carte in voga a viale Mazzini ci rimette la conduttrice, a cui forse non perdonano la storia d’amore che ha avuto con Salvini. Perché – dicono ai piani alti della Rai – la cancellazione della “prova del cuoco” dai palinsesti di RaiUno non è giustificata neppure dagli ascolti, dice chi se ne intende. Anzi, “il pubblico mostra di gradire Elisa. E molto”.

Isoardi no, Clerici si: perché?

E allora perché? Oggettivamente non c’è nessuno in grado di rispondere. Probabilmente hanno prevalso le pressioni in favore di Antonella Clerici, candidata a “riprendersi” il “suo” spazio. Una decisione che è davvero scarsamente giustificabile al punto che ora la Rai starebbe cercando una spazio importante per la Isoardi su RaiDue.

Tutto questo crea scompiglio anche nel mondo politico ed è interessante anche una presa di posizione del responsabile comunicazione della Lega, Morelli. La rottura di una relazione sentimentale non impedisce di dire bravo a chi lo merita, evidentemente. Ed è partita la domanda di chiarimento alla Fai. Addirittura Morelli parla di un compenso di un milione e duecentomila euro alla Clerici. Se fosse vero sarebbe davvero un contratto spropositato di questi tempi.

Costi davvero enormi

“La produzione del nuovo programma – dice Morelli – sarebbe affidata alla società dell’ex socia dell’amministratore delegato Rai e l’agente della Clerici ha avuto con entrambi interessi economici”. Probabilmente a Salini sfugge la gravità di una notizia del genere.

Altro dettaglio su cui occorre rispondere con chiarezza è il fatto che la trasmissione sarebbe ripresa a casa della Clerici. Chiosa Morelli: “Almeno manco si muove dalla cucina e qualcuno le pagherebbe pure l’affitto della location”. Tanto pagano gli italiani.

Ci auguriamo rapide risposte su quanto denunciato perché il silenzio sarebbe davvero grave e sospetto. Ci manca solo uno sperpero evidente di denaro pubblico.