La Polizia penitenziaria sventa tentativo di evasione dal carcere di Rebibbia

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“Ieri, durante l’ora dei passeggi, un detenuto, minorato e con problemi psichiatrici, credendo di non essere visto, sfondava un cancello esterno del cortile dirigendosi verso gli uffici della Direzione, adiacenti l’uscita del carcere – ha detto Maurizio Somma, segretario nazionale del Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe -. Il personale di Polizia Penitenziaria immediatamente accortosi del tentativo di fuga interveniva, bloccandolo. Ottimo intervento della Polizia Penitenziaria che evidenzia la professionalità e il senso del dovere con cui espleta il suo servizio, nonostante una oggettiva e grave carenza di organico. Al ministero chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti parte attiva nello sventare l’evasione”.

Situazione penitenziaria è sempre più critica

“La situazione penitenziaria è sempre più critica – prosegue Somma -. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.

Il Sappe denuncia gli eventi critici dell’anno scorso

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha parole di elogio per i poliziotti di Rebibbia che hanno sventato l’evasione: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. I nostri agenti sono stati bravissimi a fermare il fuggitivo. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini”. E definisce ”semplicemente allarmanti ed inquietanti” alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto Lazio-Abruzzo-Molise dal 1 settembre al 31 dicembre 2023: “Pensate, ci sono state 236 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, otto proteste collettive con sei rifiuti di entrare in cella. Ma ancora più gravi le aggressioni a poliziotti: 56 ”.

“Nelle carceri della Nazione, e del Lazio in particolare, serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci”, prosegue il leader del Sappe, che fa appello al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per un incontro urgente.

Espellere i detenuti stranieri e riaprire gli ospedali psichiatrici

“Per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”.