La Procura di Milano ha sequestrato il cellulare del figlio di La Russa

La procura di Milano ha sequestrato il cellulare di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, indagato per violenza sessuale dopo la denuncia di un’ex compagna di liceo. Il decreto di sequestro, come anticipa Il Fatto, riguarda il cellulare e la sim. Da quanto si apprende da fonti investigative la ricerca all’interno del dispositivo verrà fatta dalla polizia giudiziaria con precise parole chiave per cercare di ricostruire le eventuali interazioni a partire dal 19 maggio scorso, quando ci sarebbe stata la presunta violenza.
La Russa dice basta dopo le speculazioni sul figlio
Della vicenda in sé non ha più parlato e non parlerà più, ci penserà l’avvocato. Ma per “tutelare l’onorabilità” della sua famiglia dalla “speculazione politica” – pur confermando di avere “piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano” -, ha dato mandato a un altro legale di raccogliere “tutti gli elementi che esulano dal normale esercizio del diritto di cronaca e di critica”. Ce l’ha con la stampa, Ignazio La Russa, ma anche con le “associazioni di sinistra” che preannunciano “flash mob politici e diffamatori”. E che “hanno passato il segno”, il ragionamento che affida, un format inedito, al suo staff. Una scelta di comunicazione per distinguere ciò che riguarda lui e i suoi familiari dal suo ruolo di presidente del Senato. Anche perché quel primo commento a caldo – dopo che si è saputo dell’accusa di violenza sessuale per la quale è indagato suo figlio Leonardo Apache – gli è costato valanghe di critiche dalle opposizioni e un chiaro distinguo dal premier Giorgia Meloni.

Ma “quotidiani, giornali online e social” hanno scambiato un figlio di La Russa per un altro nelle foto pubblicate “più volte” oltre a riportare “ricostruzioni artefatte” delle “vite giovanili” dei tre fratelli. Senza contare i “manifesti” comparsi vicino a locali notturni accanto allo studio legale del presidente del Senato e il flash mob organizzato a Milano dal movimento “Non una di meno”, che hanno spinto La Russa senior a parlare di nuovo. E a dare tutto in mano a un avvocato. Un altro legale, Adriano Bazzoni, si occuperà invece della difesa di Leonardo Apache e anche della questione del telefonino usato dal ragazzo. Sequestrato in queste ore dalla Procura.