La Regione Lazio cede: didattica a distanza per tutti, 250mila casa
La Regione Lazio si decide tardivamente a prendere provvedimenti per affrontare il contagio. Mentre il governo annaspa vedendo che il virus si diffonde a dismisura, le regioni cercano di porre rimedio. Da non sottovalutare il fatto che il governo ha scaricato sulle regioni le responsabilità di chiudere scuole e università. “Se l’Rt supera un certo livello alcune misure già previste scattano in automatico”. Lo avrebbe detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia nel corso dell’incontro con Regioni ed enti locali.E due regioni, Puglia e Campania, lo hanno già fatto, chiudendo le scuole. Eccessivo? Ma in questi casi meglio un eccesso di prudenza che poca prudenza. La condanna per questo governo verrà certamente dal fatto che ha voluto rifiutare l’evidenza scientifica che il cantagio ha coinciso con la frettolosa riapertura delle scuole.
La regione cede alle ragioni dei presidi e dei docenti
Insomma, Zingaretti aspetta il nuovo dpcm del governo, ma si è detto disponibile a chiudere al cento per cento le scuole. Questo finalmente ridurrà la mobilità degli studenti, che non dovranno più recarsi a scuola o all’università. Si calcola che nel Lazio rimarranno a casa circa 250mila studenti. L’ordineanza ancora non è stata emanata, prima si aspettano i contenuti del nuovo decreto, che è atteso nelle prossime ore. La scelta del lockdown è senza dubbio dolorosa, ma si è già perso troppo tempo. Le scuole non andavano affatto riaperte e ora stiamo pagando il fanatismo di Azzolina, Conte, orlando, Speranza e tutti quelli che avevano fatto della riapertura delle scuole un simbolo, che si è invece rivelato una catastrofe per la diffusione del contagio.
Migliaia di studenti e docenti in isolamento
I numeri della regione Lazio sono sconfortanti: abbiamo 848 studenti e 149 docenti positivi al coronavirus. E quasi 13mila studenti e duemila docenti in isolamento, per un totale di 11 istituti chiusi e 138 focolai di infezione. La verità è che con questa idea bizzarra del 75 per cento di dad, le cose non stavano funzionando. Ossia l’organizzazione creava più difficoltà che vantaggi, e la regione Lazio è stata costretta a ammettere l’evidenza, ossia che così non si poteva andare avanti. Di qui l’ordinanza che sarà in vigore – speriamo – nelle prossime ore.